Le leggi attuali sono più che sufficienti a tutelare i minori.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-12-2006]
Il ministro dell'Educazione Beppe Fioroni vorrebbe che arrivare presto a una carta per la tutela dei diritti dei minori in Rete: questo avviene in seguito al clamore suscitato dalle recenti vicende del video scoperto su Google, con le immagini di violenza nei confronti di un ragazzo portatore di handicap da parte dei suoi compagni di classe, seguite da altre scoperte di video, magari a sfondo sessuale, realizzati sempre da adolescenti.
In un primo momento, dopo la scoperta del video che ha visto condannare alla bocciatura e a corsi di rieducazione i protagonisti e la classe che è stata testimone passiva dell'episodio, il ministro ha proclamato che "i cellulari a scuola dovrebbero essere spenti, perché a scuola non si gioca".
Questo più che un bando è però un semplice predicozzo: infatti non è stato seguito da nessuna norma specifica vincolante, come quella prevista per gli esami di maturità che prevede che i candidati non debbano portare in aula il telefonino per evitare di ricevere suggerimenti.
Bisogna dire che l'episodio di Torino si è svolto in un istituto professionale dove i ragazzi si preparano alla professione di tecnici dell'audiovisivo: le videocamere sono un normale oggetto e strumento di studio e perciò non vale tanto il divieto dei cellulari, che probabilmente non sarà mai generalizzato per paura delle reazioni dei genitori (che pretendono di controllare sempre il figlio con il telefonino) e naturalmente dei potenti gestori telefonici.
Già ora, comunque, esistono normative precise che impedirebbero di realizzare filmati e foto con minorenni senza l'autorizzazione dei genitori, nemmeno a livello amatoriale, e di renderli pubblici con qualsiasi mezzo.
Non si vede come possa servire una "carta di Internet per i minori" a prevenire casi come questi, se non ci sono intenti censori e di lmitazione delle libertà in Rete. Quello che accade a scuola, compreso l'uso dei cellulari o la navigazione in Internet, deve avvenire sotto il controllo e la guida dei docenti: quindi se la scuola è responsabile già ora di eventuali abusi, non c'è carta che tenga.
A casa le cose non cambiano: l'abbonamento al telefono fisso (o mobile) e l'abbonamento a un Internet provider sono possibili solo agli adulti; l'iscrizione a portali, siti, newsletter, blog e album fotografici può avvenire da parte dei minori solo con il consenso dei genitori già ora; i provider e i fornitori di servizi sono già legalmente responsabili per minori che riescano a iscriversi senza consenso.
La navigazione in Internet dovrebbe avvenire sempre sotto il controllo dei genitori (come anche la fruizione di Tv, giornalini e dischi), genitori che possono bloccare i Pc con password, installare filtri per la navigazione molto sofisticati come Alice sicura o Davide, che impediscono l'accesso a tutta una serie di siti considerati pericolosi, a differenza degli apparecchi Tv che non hanno, in genere, niente di simile. Recentemente l'Authority ha stabilito che i gestori mobili inseriscano dei codici di blocco per l'accesso a canali di Tv mobile solo per adulti.
C'è una legge particolarmente severa contro la pedopornografia on line e sempre più si estende la pratica della vendita dei contenuti on line con addebito in bolletta o pagamento con carta di credito: anche per questo è difficile credere che non si possano controllare i minori.
Dal punto di vista del controllo non vediamo che cosa si potrebbe aggiungere; il ruolo di un ministro dell'Educazione dovrebbe essere quello di aiutare la scuola italiana ad aggiornarsi di più, ad aprirsi di più alla fruizione dei nuovi media e della Rete: questo non deve avvenire "per moda" o in modo passivo, o solo legato a un'istruzione professionale informatico-tecnologica (pure molto importante e in cui siamo in ritardo), ma deve dare strumenti critici ai ragazzi di lettura dei media, di fruizione non passiva ma di capacità di elaborare in proprio prodotti originali, intelligenti e creativi, anche grazie agli strumenti e agli spazi della Rete.
Educare ai nuovi media, usarli in modo proattivo: questo è il ruolo a cui bisogna preparare i docenti e coinvolgere, se possibile, i genitori, che spesso soffrono di un "digital divide" generazionale. Dovrebbero essere queste le preoccupazioni più importanti di Beppe Fioroni.
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