I cento lavori più brutti, in particolare quelli al telefono.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-03-2007]
Esce per i tipi di Einaudi la traduzione italiana di un'antologia inglese, dal titolo Cento lavori orrendi. Storie infernali dal mondo del lavoro, curata da Dan Kieran, che raccoglie i racconti inviati in dieci anni al sito The Idler.
Come era prevedibile, i lavori più orrendi sono quelli svolti al telefono, come per esempio il "consulente per Internet", che così racconta la sua esperienza: "Aiutare i clienti a effettuare la prima connessione non era poi così male. Spesso si trattava di persone che avevano cancellato per sbaglio dal computer i file di installazione; dopo aver spiegato per dieci volte la procedura di connessione cominciai anch'io a vedere la faccenda sotto nuove angolature. Non ci misi molto a capire che certa gente ha un'incredibile abilità nel mandare a puttane il proprio Pc un'infinità di volte ".
"C'era la regola in base alla quale chi riceveva consulenza una volta, doveva poi chiamare la linea a pagamento. Costava una sterlina e mezzo, ma i clienti avrebbero trovato sempre me a rispondere. Un giorno stavo con un disabile che riusciva a stento a parlare e a sentire le risposte. Gli ci volle più di mezz'ora per spiegarmi il suo problema in tutti i dettagli, e anche se la durata massima della linea a pagamento era di dieci minuti, fui costretta a dirgli di chiamare quella.
Oppure l'operatore di una linea telefonica per reclami su carte telefoniche internazionali, comprate soprattutto da immigrati: "Vecchie donne indiane piangevano al telefono; uomini del Bangladesh minacciavano di mandarmi in ufficio i loro nipoti diciannovenni, perché le linee telefoniche non funzionavano mai, le carte si rompevano, i numeri segnati sulle carte non funzionavano; alla fine le chiamate diventarono davvero ingestibili e io, impossibilitato a risolvere i loro problemi, decisi semplicemente di smettere di rispondere".
"Avevo escogitato un trucchetto: quando arrivava la chiamata rispondevo, mettevo il cliente in attesa e lo mollavo lì. I clienti erano convinti di essere in coda e restavano al telefono senza riagganciare: al computer e al mio capo risultava che avevo risposto e mi stavo prendendo cura di un cliente. Facevo finta di parlare con qualcuno e, poi, ad alta voce e gentilmente, risolvevo il problema".
"Lo stratagemma si diffuse presto tra i colleghi del mio "branco" (sezione del call center) e quindi nel resto dell'ufficio. Alla fine dubito seriamente che qualcuno rispondesse davvero alle telefonate. Un giorno fui convocato nell'ufficio del supervisore, e mi fu detto che il mio atteggiamento era sbagliato e che se non avessi cominciato a darmi da fare sarei stato licenziato. Non potevo credere che non mi stessero davvero rimproverando per quello che avevo fatto, e così mi alzai con calma e dissi: Questo circo è finito. Grazie e vaffanculo".
Scheda
Titolo: Cento lavori orrendi
Sottotitolo: Storie infernali dal mondo del lavoro
Autore: a cura di Dan Kieran
Editore: Einaudi
Prezzo: 11 euro
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