L'Associazione Europea per i Diritti dei Consumatori ha denunciato il colosso di Mountain View per violazione dei diritti alla riservatezza; ma probabilmente c'è chi si comporta peggio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-07-2007]
Ancora a proposito dell'acquisto di DoubleClick, il Bureau Européen des Unions de Consommateurs ha scritto alla Commissione Europea per la Concorrenza chiedendo un'inchiesta a proposito dell'immenso data base posseduto da Google sui suoi utilizzatori anche occasionali; archivio visto come una lampante violazione del diritto alla riservatezza di tutti i cybernaviganti.
L'allarme, sostengono al BEUC, viene moltiplicato a causa della prossima ondata pubblicitaria che prenderà a riferimento i siti visitati e le abitudini dei visitatori; evidentemente la pensa così anche la Federal Trade Commission (FTC) che, com'è noto, ha aperto in merito un'inchiesta in via di definizione nei prossimi giorni.
Intanto, nel quadro del potenziamento dei suoi servizi, Google ha acquistato la californiana GrandCentral e la sua tecnologia, che permette -per ora solo negli Stati Uniti- di concentrare sotto un solo numero tutte le utenze telefoniche comprese le varie segreterie.
Infatti il gigante californiano ha appena lanciato SmartAds, nuovissima tecnologia in attesa di brevetto e di fatto ancora sotto test, che permetterà ai pubblicitari di creare al volo uno spot personalizzato ed estremamente preciso per ciascun internauta.
Il bello (o il brutto) della faccenda è che per ottenere questi risultanti Yahoo! utilizzerà insieme sia i dati socio-demografici relativi ai suoi utenti che già possiede, sia i dati anonimi provenienti dai vari programmini più o meno occultati nelle pagine web, a cominciare dal numero e qualità delle pagine visitate e dalla localizzazione geografica del computer dedotta dall'indirizzo IP.
A sentir quelli di SmartAds, entro cinque anni il mercato pubblicitario dovrebbe raggiungere il valore di cinque miliardi di dollari, sia perché punterà sulla convergenza dei mass media sia perché è ormai statisticamente dimostrata la prevalenza sul web della pubblicità comportamentale rispetto a quella classicamente basata sulla tematica o indicizzata sulle parole chiave.
E' proprio su questo tipo di pubblicità "al volo" che puntano ormai un po' tutti; anche se occorre dire che le associazioni dei consumatori, ancora tutte prese dall'incombente pericolo Google forse sottovalutano o non si sono accorte del tornado che sta per scatenarsi a partire dal cielo di Sunnyvale.
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