Avevamo già visto robot-calciatori, ma stavolta il campo è largo solo due millimetri e mezzo
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-08-2007]
Già gli scrittori di science fiction ci avevano abituati a considerare il futuro come immaginario ma non troppo; eppure ci sorprendiamo ogni volta che i fatti dimostrano che il futuribile è appena dietro l'angolo, oppure è diventato realtà.
E' recente la notizia del prematuro pensionamento di Wakamaru, l'androide di Mitsubishi dotato di funzioni di riconoscimento e di un discreto vocabolario, perché spesso oggetto di errati convincimenti.
Gli acquirenti si meravigliavano infatti che non fosse in grado di svolgere le funzioni di maggiordomo o almeno di colf, e protestavano per quello che ritenevano guasti e malfunzionamenti; il che la dice lunga sulle aspettative indotte sulle potenzialità della robotica applicata.
Bisogna riconoscere che l'impatto mediatico è notevole, almeno per gli addetti ai lavori; quanto al campionato vero e proprio, si svolge tra allenamenti e partite.
Il primo test è di velocità, e consiste nel percorrere il campo nel minor tempo possibile; invece è secondo è di dribbling, durante il quale occorre evitare gli avversari per arrivare a fondo campo.
La terza e ultima fase consiste nei fondamentali del palleggio e tiri in porta della durata di tre minuti, durante i quali occorre depositare in "rete" il maggior numero possibile di "palloni".
Dopo di che i trainer e le varie squadre potranno dimostrare la loro maestria in varie fasi di gioco, con l'impiego contemporaneo di vari nanorobot in una specie di kermesse giustamente denominata robodance.
Il campionato - che è l'undicesimo del suo genere - è ospitato ad Atlanta; ma il nanosoccer, com'è stata ribattezzata la manifestazione, è la prima in assoluto.
I più curiosi possono assistere al replay di un gol, realizzato... al microscopio da Iris, una ditta svizzera, tradizionale patria della miniaturizzazione spinta.
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