La Cassazione convalida il licenziamento di una dipendente: l'azienda aveva scoperto l'infedeltà leggendo la sua email, ma la donna aveva dato il consenso all'uso della propria password.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-12-2007]
La Corte di Cassazione esprimendosi su un caso di licenziamento di una dipendente, motivato dall'aver trovato nella sua casella di posta elettronica aziendale le prove della sua infedeltà e della sua collaborazione con la concorrenza.
La donna aveva impugnato il licenziamento per violazione dello statuto dei lavoratori e della segretezza della corrispondenza. Il dirigente si era difeso sostenendo che la dipendente aveva sottoscritto un documento di policy che consentiva l'accesso alla posta aziendale per ragioni di lavoro.
Questo consenso concesso dalla dipendente stessa al suo datore di lavoro garantisce lo stesso dall'accusa di accesso abusivo e di violazione della privacy secondo il giudice. Per il giudice della Suprema Corte la regolamentazione interna all'azienda stabilisce il confinte tra il diritto del datore di lavoro a controllare anche l'email e quello della dipendente.
In questo caso l'azienda non potrebbe accedere all'email del dipendente. Oltretutto anche l'accesso giustificato dalla sottoscrizione di accordi sulla disponibilità della password deve essere occasionale e non continuativo da parte del datore di lavoro, altrimenti si verrebbe a configurare un "controllo a distanza" proibito dall'articolo 4 della legge 300 e attuabile solo con accordi sindacali o, in mancanza degli stessi, con l'autorizzazione dell'Ispettorato del Lavoro.
In questo caso è stato palese l'accertamento di un'infedeltà all'azienda; ma il datore di lavoro, entrando (anche lecitamente) nella mailbox del dipendente, non può attuare controlli sulla sua vita privata e sentimentale, sulle sue idee politiche e sulla sua attività sindacale e non può riferire a nessuno i contenuti estranei alla vita aziendale ricavabili dalle email del dipendente.
Il datore di lavoro può invece legittimamente limitare l'invio delle email solo a certi indirizzi e la ricezione, comunicandolo al dipendente, con filtri automatici o anche con divieti espliciti; può stabilire la capienza massima della mailbox, i tempi definiti per la cancellazione delle mail, i tempi di accesso al sistema: il sistema di posta elettronica rimane dell'azienda, che al limite può vietare qualunque uso, anche moderato, a fini privati della posta elettronica.
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