Berlusconi e la banda larga

Il Dpef, ovvero il documento programmatico politico-finanziario che il Governo Berlusconi porterà nei prossimi giorni in Parlamento e al tavolo di concertazione con imprenditori e sindacati, come base della prossima Finanziaria, presenta delle interessanti novità in materia di telecomunicazioni.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-07-2001]

Nel documento programmatico politico-finanziario del Governo Berlusconi, accanto ad altri interventi per migliorare le infrastrutture stradali e ferroviarie, e a grandi opere per rilanciare sviluppo e occupazione come il ponte sullo stretto, vi è un piano per lo sviluppo della banda larga in Italia.

Ancora non sono chiare e precisate le modalità, i tempi e le risorse da destinare a questo piano; il nuovo Governo, di impronta liberista, intende adottare il metodo del "project financing", con il coinvolgimento dei privati come finanziatori, realizzatori e gestori delle opere.

Si tratta di un Piano per lo sviluppo della banda larga che arriva simultaneamente a quelli del Governo Blair, del Governo socialdemocratico tedesco e del francese Jospin; purtroppo non vi sono tracce di un coordinamento europeo in questo senso, anche se il primo a ipotizzare piani pubblici per lo sviluppo della banda larga fu proprio il predecessore di Prodi alla Presidenza della Commissione Europea, Delors.

Non è la prima volta che in Italia si parla di questo: già all'inizio degli anni '90 vi fu il Piano Socrate, lanciato dall'allora presidente di Telecom Italia, Pascale, per un investimento di ventimila miliardi, ma la privatizzazione di Telecom e una volontà politica di non rafforzare troppo la posizione già predominante dell'allora monopolista bloccarono tutto.

Ora vedremo se questo Piano, importante e strategico per il nostro Paese, vedrà l'accordo fra Governo e Telecom, un rapporto difficile dopo la vicenda Seat-La7.

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Pier Luigi Tolardo

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