Alcuni ricercatori americani sono riusciti a introdursi in un pacemaker e a spegnerlo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-03-2008]
Avendo a disposizione tempo e risorse sufficienti, tutto può essere hackerato: anche un defibrillatore o un pacemaker.
Questi ultimi due dispositivi, poi, così importanti per la salute di milioni di persone affette da disturbi cardiaci, generalmente non sono progettati per resistere ad attacchi informatici.
Partendo da questi assunti un team di specialisti dell'Università di Washington e dell'Università del Massachusetts è riuscita a riprogrammare un defibrillatore e un pacemaker (ovviamente non impiantati in un essere umano) costringendoli a spegnersi o a inviare una scarica elettrica potenzialmente fatale. Il resoconto è pubblicato sul sito Medical Device Security Center.
Per ora, comunque, "i rischi per i pazienti sono bassissimi, ma temo che possano crescere in futuro", ha affermato il direttore del progetto per l'Università di Washington.
D'altra parte è anche vero che, per raggiungere il loro obiettivo, i ricercatori hanno dovuto usato un'attrezzatura del valore di 30.000 dollari: ben al di là, quindi, delle possibilità di un comune hacker (o cracker che dir si voglia). Inoltre la distanza fisica dal bersaglio deve essere estremamente ridotta: occorre trovarsi praticamente a contatto con il soggetto sottoposto ad attacco.
Dal canto loro, le aziende produttrici di pacemaker ritengono che sia inutile allarmare i pazienti, considerato che in trent'anni di uso di questa tecnologia non è mai stato rilevato alcun incidente. Alcune di esse, poi, già integrano nei loro prodotti tecnologie di sicurezza proprietarie e metodi di crittografia.
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