La trasferta dei picchiatori cinesi

Mentre in Cina da parte governativa è stata organizzata una vera e propria controinformazione, i trasferimenti della fiaccola olimpica sono sorvegliati da molti esperti in arti marziali con l'ordine di contenere le manifestazioni di protesta sul percorso della fiamma olimpica.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-05-2008]

La trasferta dei picchiatori cinesi

Pare ovvio osservare che la democrazia non si esporta anche perché al massimo si riuscirebbe a mettere in bella vista il tipo di democrazia di cui possono beneficiare i cittadini dei vari stati che ci provano; così per l'URSS come per Cuba, così per gli USA come per ultima la Cina.

Così dopo il blocco dell'Internet per tutta la durata dei giochi, al quale gli ispettori del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) hanno solo saputo timidamente osservare "che ogni censura durante i Giochi avrebbe avuto un effetto disastroso sull'immagine del paese ospitante", Pechino ha pensato bene di inviare all'estero squadracce di picchiatori professionisti travestiti da manifestanti con l'incarico di contrastare le manifestazioni di piazza pro Tibet.

Senza entrare nel merito della querelle (oggi l'idea di uno stato teocratico farebbe sorridere tutti tranne quelli che se ne trovano uno in casa) fa tuttavia riflettere il modo con cui si contrappongono o si sovrappongono le idee e la percezione che Cina ed altre potenze economiche hanno del resto del mondo: anche perché nell'epoca dell'informazione non esiste tutto ciò di cui non si parla. Anche a casa nostra.

Perché ornai quest'ultimo è visto soltanto come un mercato globale ai cui interessi sono asservite le varie politiche nazionali; così gli USA "sgridano" Yahoo! per aver dato al governo cinese i mezzi per imprigionare i dissidenti anziché inviare proteste diplomatiche e passano sotto silenzio gli sforzi con cui l'editore americano tenta di riaccreditarsi finanziando aiuti alle famiglie delle vittime mentre Google, alle prese con problemi analoghi, si sforzi invano di far passare all'approvazione dei suoi azionisti una "condotta etica" che sia rispettosa dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione.

Del resto la sorte da ultimo toccata alla Francia, obbligata a salvare la faccia e l'immagine di strenuo difensore della libertà pagando la presa di posizione con la perdita di alcuni importanti mercati, ha reso cauti tutti gli altri, che evidentemente sperano di profittare delle eventuali disgrazie altrui; così ad esempio se promettendo mari e monti la BBC ha ottenuto la riapertura dell'accesso al suo sito, la CBC - Radio Canada - lamenta che il proprio sito in inglese sia inaccessibile dall'inizio dell'anno e quello francofono da oltre sei mesi.

Anche il nostro governicchio nel suo piccolo ha fatto la propria parte, osservando un ossequio tutto cinese nei confronti della protesta diplomatica di Pechino ai tempi dei disordini in chinatown a Milano; disordini che fossero stati messi in atto nel non più celeste impero da nostri connazionali gli avrebbero procurato lunghi soggiorni nei campi di ristrutturazione del pensiero.

Completamente sotto silenzio da parte di tutti i media occidentali sta passando l'organizzazione della controinformazione cinese, portata avanti principalmente dal sito Sina.com che è probabilmente il più importante editore di contenuti in Cina; e la stampa nazionale, completamente succube del governo, continua a fare velo sulla reale portata della repressione in Tibet.

Stando così le cose, in luogo di interrogarsi sugli effetti pratici immediati della propria acquiescenza invece di quelli possibili sui mercati internazionali nel medio e lungo periodo, i vari governi preferiscono temporeggiare fingendo di non accorgersi di quel che il futuro ha già pronto dietro l'angolo.

Perché se è tramontata l'epoca delle cannoniere e delle guerre dell'oppio, è tuttavia in corso una guerra senza esclusione di colpi non per mercati locali ma per il mercato planetario. E purtroppo - a considerare le cose con ottimismo - finora abbiamo solo saputo prestare l'altra guancia.

Perché considerare vittoria morale e affermazione dei diritti della persona la (parziale) riapertura di Wikipedia in inglese è non solo un contro senso ma un voler prendere in giro sé stessi e tutti gli altri, poiché restano irraggiungibili voci come Tibet, Tiananmen o Taïwan.

Per finire, una disinformazione prettamente nostrana finge d'ignorare l'esistenza dei vari picchiatori nazionali che ormai dappertutto proteggono la fiaccola in giro per il mondo, per non dover ammettere che gli stati ospiti non saprebbero come gestire la patata bollente dei picchiatori cinesi in trasferta, sempre pronti a intervenire.

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Commenti all'articolo (3)

Perché, di solito in un paese civile chi picchia il prossimo non viene arrestato? Questi picchiatori cinesi godono dell'immunità diplomatica? :incupito: :incupito: :incupito: Leggi tutto
2-5-2008 12:09

finalmente uno fermo e deciso Leggi tutto
1-5-2008 10:59

{utente anonimo}
non le seguiro' e spero altri facciano lo stesso Leggi tutto
1-5-2008 10:01

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