Pur di tagliare i costi di terminazione, il Commissario alle Telecomunicazioni non esclude che gli operatori di telefonia mobile possano adottare il modello americano, facendo pagare gli utenti anche quando ricevono le chiamate.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-06-2008]
L'impressione che i costi delle chiamate via cellulare non siano proprio bassi, per non parlare del salasso degli Sms, non sembra toccare il Commissario Europeo alle Telecomunicazioni Viviane Reding, la quale si dice favorevole a far pagare agli utenti di telefonia mobile anche le chiamate in entrata.
Il tutto è inquadrato in un piano di riduzione delle tariffe per gli sms verso l'estero e per la navigazione via cellulare dall'estero, arginando nello stesso tempo i costi di terminazione (cioè quelli che gli operatori si impongono a vicenda per lo sfruttamento delle rispettive reti), un po' come ha richiesto la nostra Authority il mese scorso.
"Perché no?" - dice la Reding - "L'intero mercato si sta evolvendo, quindi non dovremmo restare vincolati a regole che sono state in vigore per 10 anni". Quindi, si faccia come in America, dove il pagamento per le telefonate in entrata ha portato effettivamente a bassi costi di terminazione.
Il taglio di pochi centesimi per telefonata, dicono gli analisti della Morgan Stanley, potrebbe costare per esempio a Vodafone più di un miliardo di euro di utile, che in qualche modo dovrà recuperare.
In Italia, attualmente, il mercato della telefonia mobile è sostanzialmente diviso tra Vodafone e Tim, che secondo le ultime rilevazioni detengono circa il 34% e il 40% rispettivamente. Seguono poi Wind e 3.
Se il piano del Commissario andrà in porto e i costi per chiamare un cliente della concorrenza caleranno così tanto quanto la Reding si augura, un utente Vodafone spenderà meno a farsi chiamare da un altro utente Vodafone? Oppure è meglio che accetti telefonate solo da chi ha una scheda della Tim?
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