Di ritorno dalla Colombia, stava andando a una conferenza ad Atlanta ma la polizia l'ha trattenuto e interrogato per quattro ore.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-10-2008]
Se sbarcando dall'aereo un agente doganale vi dice: "Ci sono alcune persone al piano di sotto che vogliono scambiare due parole con te, ma non preoccuparti, va tutto bene", la prima cosa da fare è proprio preoccuparsi.
Ciò è specialmente vero se state tornando negli Stati Uniti dopo un viaggio in Colombia, siete pieni di attrezzature informatiche e, soprattutto, vi chiamate Kevin Mitnick.
L'hacker più famoso del mondo è stato infatti fermato dalla polizia dell'aeroporto di Atlanta poco dopo essere sceso dall'aereo, mentre tornava dal Sud America ed era diretto a una conferenza.
Per quattro ore Mitnick è stato trattenuto, interrogato e perquisito, nonostante una recentissima legge degli Stati Uniti consenta questo genere di atti solo in presenza di un ragionevole sospetto di attività illegali.
Il bello è che, per coincidenza, nello stesso momento a Bogotà un pacco che si era spedito negli Stati Uniti contenente altro materiale informatico veniva aperto e fatto a pezzi (letteralmente: un disco rigido è stato trapanato) perché all'esterno c'erano tracce di cocaina.
Kevin Mitnick era stato avvisato di quanto avveniva in Sud America dalla fidanzata colombiana poco prima che lo fermassero.
"Riuscite a immaginare se avessi detto agli agenti: Questo ha qualcosa a che fare con la cocaina?" ha scherzato Mitnick, che però è molto critico con quello che secondo lui è diventato uno "stato di polizia".
"Viaggio in Paesi stranieri che hanno regole ancora più restrittive, e non ho mai avuto problemi" ha affermato Kevin.
Per evitare guai con la polizia doganale americana (che potrebbe decidere di sequestrare o perquisire tutto il materiale elettronico che le capita a tiro, nonostante la recente legislazione), quando torna in patria Mitnick crittografa sempre i propri dischi e trasmette le informazioni personali via Internet negli Stati Uniti prima di partire, cancellandole poi dai portatili.
Ora ha deciso che aggiungerà alle misure di sicurezza anche un clone del MacBook (che porta sempre con sé) da lasciare a casa, così da avere sempre una copia dei propri dati qualora la polizia decida di tenersi il portatile da viaggio.
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