Per conoscere meglio la realtà del Telelavoro in Italia si può consultare, gratuitamente, il "Manuale di best practice del Telelavoro" di Cinzia Ciacia e Patrizio Di Nicola.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-11-2001]
Conoscere meglio la realtà del Telelavoro in Italia e in Europa: le sue forme, le sue dinamiche, i suoi aspetti quantitativi e i casi più significativi nel nostro Paese: oggi questo è alla portata di tutti grazie al "Manuale sulle best practice del telelavoro" di Cinzia Ciacia e Patrizio Di Nicola.
Il manuale, realizzato dalla SIT (Società Italiana Telelavoro), è consultabile gratuitamente in formato Pdf. Viene fatto il punto sulla diffusione dell'e-work in Italia e in Europa e vengono presentati 10 casi eccellenti di realizzazione di progetti di Telelavoro nel nostro Paese.
La Società Italiana Telelavoro è stata fondata dal noto sociologo Domenico De Masi, il teorico della "civiltà del tempo libero" (un altro suo libro recente che ha riscosso un buon successo di pubblico è stato "Elogio dell'ozio"). De Masi è sostenitore della valenza rivoluzionaria del telelavoro che le burocrazie aziendali, timorose della perdita di potere e di status che ne conseguirebbe, continuano a ostacolare.
Il "Manuale sulle best practice del telelavoro" ha come capitoli principali, oltre a un'introduzione di De Masi: "Il Telelavoro e le sue forme", "I vantaggi e i problemi", "Il Telelavoro in Italia", "I Trend" e infine 10 casi eccellenti.
Secondo gli autori del manuale, mentre nel 1994 i telelavoratori in Italia rappresentavano lo 0,5% della forza-lavoro in Italia, oggi hanno raggiunto il 3,6%, pari a circa 720.000 telelavoratori in Italia. Di questi, 315.000 lavorano a casa 1 o 2 giorni alla settimana; 90.000 sono lavoratori autonomi che hanno l'ufficio in casa; 270.000 sono lavoratori mobili e 135.000 telelavorano da casa qualche giorno al mese.
Abbiamo così presenti le categorie in cui è più diffuso il telelavoro: operatori di call center dipendenti da grandi imprese, ma anche progettisti, consulenti, softwaristi e uomini del Web che lavorano autonomamente; poi ci sono i tantissimi venditori e i tecnici della manutenzione, che tengono i rapporti con la sede centrale dell'azienda attraverso Pc portatili. Questa a oggi è la forma più diffusa di Telelavoro in Italia, come aveva documentato una ricerca della Fondazione IBM qualche anno fa.
Tra i 10 "casi eccellenti" abbiamo quindi i 500 telelavoratori del servizio Info12 di Telecom Italia che rispondono ai clienti da casa, ma anche i traduttori di Logos. Abbiamo poi il caso del primo Glocal Village italiano, che sta sorgendo a Alteretto, un paesino in Val di Susa (TO), che ha sofferto come tanti di spopolamento ed emarginazione. Alteretto è stato cablato, poi dotato di un server unico per la posta elettronica, diventando così un luogo ideale per imprese e famiglie che vogliono lavorare ed essere connesse, con tutti i vantaggi della tecnologia, senza gli svantaggi della metropoli.
Vi è poi il caso della società informatica Dimensione EDP S.r.l. di Casale Monferrato che, attraverso il proprio sito permette a qualsiasi programmatore di registrarsi e di partecipare alla realizzazione di un prodotto informatico, conoscendo a che punto è il suo sviluppo e - naturalmente - l'ammontare del compenso. Sono presentati anche i casi di Telelavoro presso enti pubblici, come la Regione Lombardia e il Comune di Napoli. Abbiamo quindi una panoramica completa dei tipi di telelavoro, da quello dove la dipendenza è fortissima, a quello che esalta le caratteristiche di libertà e autodeterminazione di molti nuovi lavori.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|