Spirano forti venti di recessione sull'economia mondiale: prima lo scoppio della bolla speculativa della New Economy, poi la crisi argentina, infine il colpo mortale degli scandali Enron e WorldCom, la crisi delle Telecom europee per l'eccessivo indebitamento. Facciamo un giro sulla Rete per conoscere chi, molto prima della crisi, si è battuto per un assetto diverso dell'economia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-07-2002]
Oggi il mondo dell'economia, che poi è il mondo dei nostri risparmi e del nostro lavoro, è scosso da fortissimi venti di recessione e di crisi. Allo scoppio della bolla speculativa e alla fine di molte illusioni della New Economy sono seguite la crisi argentina, le conseguenze dell'11 settembre, gli scandali Enron e WorldCom, la crisi delle Telecom europee oberate dai debiti.
Più che singoli episodi, che comunque si ripercuotono su un'economia globalizzata dove tutto è intrecciato e si tiene, quello che sembra in crisi, anche gli occhi di chi non è un No-Global, è l'assetto complessivo del modo di produrre e distribuire la ricchezza, i suoi fondamenti e meccanismi, a livello internazionale. Facciamo un giro in Rete per conoscere realtà culturali ed associative che alcune dinamiche negative avevano già previsto anni fa e in tempi non sospetti.
Cominciamo dal sito italiano di Attac, l'associazione internazionale che si batte per l'introduzione della Tobin Tax. La Tobin Tax, dal nome dell'economista che l'ha proposta, è una tassa dell'0,1% che dovrebbe essere applicata alle transazioni finanziarie per fermare la speculazione finanziaria e ridistribuirne il gettito per scopi sociali, tra cui l'aiuto ai Paesi più poveri.
Attac è la componente progettuale di un vasto movimento di critica dell'ordine economico esistente a livello globale; se però vogliamo essere più pragmatici e cominciare dal nostro borsellino dobbiamo accostarci al mondo della finanza etica. La finanza etica è quella che non assolutizza il profitto, nè il profitto a breve termine, ma pur accettando le regole del gioco economico privilegia il finanziamento di imprese sociali che in genere le banche tradizionali non sostengono: reinserimento nel lavoro di soggetti marginali come portatori di handicap, tossicodipendenti, carcerati, disoccupati, interventi nei Paesi in via di sviluppo.
Si possono finanziare organizzazioni no-profit senza rinunciare a un tasso di interesse normale, senza rinunciare ad avere fondi di investimento ma con la certezza che non finanziano industrie d'armi o che sfruttano il lavoro minorile.
Una realtà fondamentale in questo senso è la Banca Etica, che ha sviluppato molto il canale online perchè non è presente in molte sedi ma, soprattutto, per risparmiare sui costi e tenere alto il coinvolgimento dei propri soci. Questi sono tantissimi privati cittadini, ma anche Comuni, Sindacati, le Acli, l'Arci, tutte le realtà associative che si impegnano per la Pace e la Coperazione Internazionale.
Un altro modo pratico per cercare di non farsi fregare (e purtroppo le fregature sono state tante nel modo degli investimenti) è visitare il sito dell'Adusbef, l'Associazione per la difesa degli utenti dei servizi bancari e finanziari. L'Adusbef porta avanti coraggiose e fortunate battaglie a difesa degli interessi dei consumatori-risparmiatori, e fornisce tanti piccoli e grandi preziosi consigli online.
Lo sguardo sul mondo dell'economia globalizzata non deve fermarsi mai solo a quanto accade in Europa e nel Nord America perchè quello che accade nel Terzo Mondo ha i suoi riflessi anche da noi: può essere utile visitare il sito di Misna.
Misna sta per Missionary Service News Agency ed è un bollettino online, realizzato da un'agenzia di nove giornalisti laici; il sito è in tre lingue, con notizie provenienti dai missionari e dalle missionarie sparse in America Latina, Asia, Africa. Misna non è tanto un sito di notizie religiose ma una delle fonti più accreditate di informazione da meritare, come miglior sito Web di informazione, il premio S. Vincent 2002 per il giornalismo.
Infine un sito nuovo di analisi ed informazione sull'economia, in particolare italiana, fatto da economisti che non vogliono essere arruolati nei fronti contrapposti del governo e dell'opposizione ma vogliono piuttosto ragionare come Francesco Giavazzi, il consulente del Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, Pietro Ichino, uno dei maggiori esperti italiani di diritto del lavoro, Tito Boeri, editorialista del Sole 24 Ore. Si tratta di La Voce, un punto di riferimento per chi non si accontenta di slogan di destra o di sinistra.
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