La fine del supporto si avvicina. Microsoft consiglia di buttare i vecchi PC, anche se perfettamente funzionanti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-03-2025]
Con il conto alla rovescia per la fine del supporto di Windows 10 che scorre veloce, Microsoft ha iniziato a contattare gli utenti (al momento soltanto quelli che sono titolari di un account Microsoft) con una proposta piuttosto audace.
Ha infatti iniziato a inviare email agli utenti che ancora utilizzano questo sistema operativo, incoraggiandoli a rottamare i propri PC scambiandoli con modelli più recenti o, nel caso in cui ciò non sia possibile, semplicemente a eliminarli riciclandone le parti.
Tutti ormai dovrebbero sapere che il supporto a Windows 10 scade tra poco più di sei mesi, il 14 ottobre 2025. Microsoft sta dunque spostando l'attenzione su Windows 11, introdotto nel 2021 ma con requisiti hardware più rigidi rispetto al suo predecessore.
L'email si presenta con un oggetto abbastanza neutro - «La fine del supporto a Windows 10 si avvicina» - ma procede subito a ricordare agli utenti che è ormai tempo di valutare le opzioni a loro disposizione.
Quanti usano PC incompatibili con Windows 11, a causa di processori datati o alla mancanza di supporto per TPM (Trusted Platform Module), dovrebbero secondo Microsoft sostituirli al più presto, per l'appunto; la soluzione suggerita è di riconsegnare i PC a quei rivenditori che considerino il ritiro di questi sistemi offrendo in cambio uno sconto sul nuovo, oppure portarli alle piattaforme di riciclo.
Le email stesse indicano quali programmi di permuta siano offerti dai vari produttori e rivenditori; inoltre enfatizza l'opzione del riciclo, fornendo anche le istruzioni da seguire per cancellare i dati personali prima dello smaltimento.
Per chi esiti a separarsi dal proprio computer attuale, Microsoft menziona brevemente anche il programma di Extended Security Updates (ESU): una sottoscrizione a pagamento che consente ai consumatori di estendere ancora un po' il supporto a Windows 10.
Tuttavia, il tono delle email suggerisce che si tratta di una soluzione temporanea piuttosto che a lungo termine, e lascia intendere che l'opzione migliore sia l'aggiornamento dell'hardware.
Il vero guaio per Microsoft è che, mancanza di supporto a Windows 11 a parte, molto hardware è ancora perfettamente adeguato alle esigenze dei suoi proprietari: lo smaltimento di questi PC funzionanti sarebbe uno spreco.
Per chi non voglia né aggiornare l'hardware né pagare per l'ESU, stanno emergendo alternative che ciascuno potrà considerare. Esistono per esempio soluzioni di terze parti che offrono servizi di micro-patching per garantire gli aggiornamenti di sicurezza oltre il termine ufficiale di Microsoft.
Inoltre, la comunità open-source continua naturalmente a promuovere le distribuzioni Linux, che possono ridare vita a hardware più vecchio senza richiedere costose sostituzioni.
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