Una rete per collegare le persone

L'Internet oggi è semplice, robusta, riparabile e costa poco. Diverrà un sistema a pagamento per pochi eletti? Potrebbe anche non accadere, ma dobbiamo muoverci.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-03-2004]

I segnali si stanno moltiplicando: dopo la sbornia degli accessi gratuiti, spazi web e caselle di posta elettronica distribuite a piene mani in cambio di un modesto consenso al trattamento dei dati personali, i maggiori ISP sembrano voler tirare i remi in barca, imponendo i propri servizi a pagamento. Ha iniziato Wind-Infostrada, un po' a sorpresa (ed è la cosa più gentile che posso dire), ma la sensazione è che molti altri si stiano preparando ad una scelta simile. La spiegazione di questa inversione di tendenza è che non si tratta di un inversione di tendenza: l'Internet non è mai stata gratis.

Tempo fa, in piena bolla new-economy, qualche provider ha pensato di coprire le spese sostenute e l'eventuale utile d'azienda con i ricavi pubblicitari, e questo ci ha permesso di accedere alla rete senza costi. Era un contratto chiaro, abbonamento gratuito, ma la comunità degli utenti doveva assicurare il rientro economico acquistando i beni proposti dagli inserzionisti. Com'è andata, lo sappiamo. I più taccagni tra noi, forse, lo sapevano fin dall'inizio: nessuno compra su internet, anche perchè non c'è alcun vantaggio. Così il patto è saltato, ed ora ogni operatore si arrangia come può. Quelli più in crisi hanno tirato fuori gli artigli, gli altri possono permettersi di attendere e studiare le conseguenze sulla pelle degli avversari.

Poco male, comunque: l'idea che ho di servizio gratuito non è quella che impone la pubblicità come necessaria contropartita. Per esempio le reti televisive Mediaset non sono gratuite: il prezzo che dobbiamo pagare se ne usufruiamo è una sponsorizzazione ben al di sopra della soglia di sopportabilità. Il sistema, poi, si regge solo se una parte degli utenti si fa carico del costo, acquistando disciplinatamente quanto viene proposto, altrimenti crolla. Per fare un paragone con il software, l'Internet commerciale che abbiamo avuto finora è come un programma sponsorizzato, di cui abbiamo una parziale libertà di utilizzo, condizionata dalla presenza della pubblicità. Ben altra cosa è il Free Software, che ci dà la massima libertà di uso, distribuzione, accesso ai sorgenti.

Ora, che qualcuno inizi a comprare online, per permetterci accessi a scrocco a tempo indeterminato, non è sperabile. E non sarebbe nemmeno giusto: quelli come me che pensano alla tirchieria come alla virtù che salverà il pianeta, troverebbero abbastanza umiliante campare alle spalle di qualche sprovveduto spendaccione. Occorre quindi una rete autogestita, che salvi capra (le nostre palanche) e cavoli (una rete veramente indipendente).

A che punto siamo, dunque? Dal lato della rete fissa osserviamo la già citata tendenza, preoccupante, di tagliare gli accessi dial-up gratuiti. Riguardo all'offerta dei collegamenti DSL, la situazione sembra migliore, grazie ad una lotta apparentemente serrata tra gli ISP. In realtà la concorrenza è fittizia, come riveliamo in un altro articolo. E a ben vedere, la diffusione dei collegamenti veloci a pagamento è un metodo elegante per trasformare una buona parte degli account a scrocco in clienti paganti: pubblicità ammiccanti sulla possibilità di scaricare musica gratis (ma il ministro Urbani lo sa?) attirano l'utenza di base verso l'ADSL. Il futuro della Rete sembra sempre più "a pagamento".

Sul fronte della rete senza fili la situazione è ancora peggiore: in Italia, la Bengodi dei cellulari, la wireless internet non è mai decollata. Colpa innanzi tutto dei limiti tecnici: date le attuali esigenze di banda, non possiamo pensare a riciclare tecnologie fallimentari come la WAP. Certo, utilizzando sistemi come il GPRS e limitando il traffico ai soli dati essenziali, si poteva ancora fare un buon collegamento, come avvenuto in Giappone grazie all'I-mode, ma questa ipotesi sembra, in Italia, irrimedabilmente arenata, dal momento che il proprietario della tecnologia ha fatto scelte commerciali divergenti con la necessità di diffusione della rete. Pensare ad una rete libera che utilizzi l'UMTS, poi, fa morire dal ridere, dopo quello che i gestori, in tempi di vacche grasse del NASDAQ, hanno dovuto sborsare per le licenze.

La rete è dei ricchi, dunque? Non ci sono più speranze per una free internet, che connetta anche aree disagiate socialmente e geograficamente? Uno spiraglio, in realtà, c'è. Tempo fa, in molti (tra i quali anch'io) si erano entusiasmati per il Wi-Fi, pensando di poter coprire l'intero territorio con queste isole senza fili. Questa tecnologia ha dei limiti insormontabili, ci ammonisce il lettore Salvatore, perchè "è un protocollo progettato per le reti di computer all'interno o nelle immediate vicinanze degli edifici", e non può coprire aree più estese. Per i nostri scopi, ci suggerisce di ravanare attorno al protocollo IEEE 802.6, che potrebbe essere la base di una MAN, Metropolitan Area Network, una rete urbana con velocità paragonabili a quelle delle LAN aziendali.

Ma occorre stendere chilometri di cavi, e tali progetti non possono essere affrontati da singoli utenti. Occorre una volontà pubblica, anche locale, che sia in grado di effettuare questo tipo di investimenti. Dobbiamo quindi premere su municipi, enti locali, fondazioni, circoli, dopolavori etc., per promuovere le MAN, altrimenti prepariamoci a subire una rete commerciale, frequentata solo da chi può pagare.

Rimane valida la regola di sempre: non occupare inutilmente tutta la banda disponibile. Per mandare un pensiero carino alla fidanzata, o una poesia ad un amico, non occorre spedirgli un file pps (che oltretutto è proprietario) con commento musicale da 10 mB. Una rete, soprattutto una rete libera e pubblica, è patrimonio di tutti, e intasarla scioccamente sarebbe come chiedere al Comune le piste ciclabili, per poi occuparle con degli orrendi SUV a quattro ruote motrici.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 6)

FRANCESCO
La rete è dei ricchi, dunque? Leggi tutto
23-3-2004 18:47

Stefano Barni
è una questione di buonsenso Leggi tutto
17-3-2004 14:52

veronica
sig. bottari, ma e' impazzito per caso? Leggi tutto
17-3-2004 14:14

Vacche grasse Leggi tutto
17-3-2004 10:32

Freddy
Caro Salvatore... Leggi tutto
16-3-2004 10:32

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