Il sapere.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-10-2002]
L'hacker è una persona che sa [ma, socraticamente, sa anche di non sapere e quindi si aggiorna in un ciclo permanente di formazione], che possiede delle alte conoscenze tecniche, in sintesi una persona che detiene un sapere pratico, un know-how.
Il know-how, appunto, uno dei vettori fondamentali della cultura hacker. Esso, interpretato anche secondo le letture del modello postfordista [cfr. le esaustive voci sul Postfordismo curate da A. Zanini e U. Fadini in Lessico postfordista. Dizionario di idee della mutazione, Feltrinelli, Milano 2001] per le sue caratteristiche principali: immaterialità, flessibilità, relazionalità e controllo, risulta assumere un ruolo nodale nella comunicazione telematica; diventa la "materia prima" necessaria ai processi comunicativi, produttivi e culturali dello scenario digitale.
La dimensione tecnica diventa "capitale", chi possiede know-how è in una posizione monopolistica rispetto agli altri, anche se gli elementi propri della rete (tra i quali l'orizzontalità e la velocità) permettono, al momento, una redistribuzione di questo sapere-metodo [Non solo in rete ci si incontra per scambiarsi know-how, ma anche fisicamente; v. gli hacklab, laboratori di pratica hacker, gratuiti ed aperti a tutti, rivolti a chi si interessa di hardware, software e sperimentazione (Linux, Unix, Perl, Html, accessibilità, protezione, crittografia, ecc.): hacklab di Firenze; Loa Hacklab di Milano; AV.A.Na.Net di Roma; Underscore_TO di Torino].
È un sapere che perlopiù circola in rete e viene incrementato dagli utenti stessi [Per esempio un interessante progetto comunitario del panorama hacktivist è l'innovativo metodo di realizzazione e streaming video noto come Ascii-Cam realizzato dal vulcanico Jaromil basato sullo sfruttare la scarna simbologia ascii per distribuire con pochi mezzi video di buona qualità]; esso ha la necessità naturale di essere condiviso per ricevere apporti in meglio. Siamo di fronte, dunque, ad un sapere collettivo, provvisorio, cumulativo, marcatamente flessibile [sul fenomeno della flessibilità cfr. R. Sennet, L'uomo flessibile, trad.it Feltrinelli, Milano 2000], incarnato nella condivisione delle competenze, che deve molto all'universo degli hobbisti, degli smanettoni, degli hacker. La rete (siti Web, newsgroup, forum, mailing list, ecc.) è l'habitat perfetto dove tale sapere si trasmette, ma anche il mondo esterno al cyberspazio [E' il caso dell'Hackmeeting: meeting-raduno internazionale, interamente autogestito, dedicato alla telematica nei suoi aspetti tecno-sociali, etico-politici e creativi. In diverse città italiane (Firenze, Milano, Roma e Catania) dal 1998, con appuntamento annuale, continua la sua esperienza; l'ultimo si è tenuto nel giugno 2002 a Bologna].
La forte componente cooperativa del know-how coinvolge più individui, spingendoli a creare gruppi e a fare comunità, a evidenziare come questo sapere-tecnico costituisca un collante sociale, un'emulsione per produrre interessi ed ambiti comunitari - tutto in piena filosofia hacker.
Questo articolo CONTINUA >>>
1 - Etica hacker, come e perché
2 - La cultura hacker
3 - Uno stile di vita
4 - Il sapere
5 - Censure garbate, condivisione e accessibilità dell'informazione
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oedipa_m, laureata in chimica, ideatrice di copydown ha pubblicato il suo primo articolo su Altrove 6 (Nautilus Edizioni), e dopo aver partecipato alla stesura del libro "I motori di ricerca nel caos della Rete" di Ferry Byte e Claudio Parrini (ShaKe Edizioni), dal 2001 e' collaboratrice di Computer Idea e PC Magazine.
Claudio Parrini, nato a Vinci (FI) nel 1963, vive e lavora a Milano. Networker, pittore. Insieme a vari gruppi: UnDo.Net, Quinta Parete e XS2WEB, realizza progetti su internet e laboratori; da solo dipinge e scrive.
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