Etica hacker (2)

La cultura hacker.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-10-2002]

La cultura hacker dalla sua nascita (MIT 1961), seguendo le evoluzioni principali (ARPAnet 1969; Xerox PARC di Palo Alto inizi anni '70; primo PC 1975; World Wide Web 1990), fino ad oggi, è stata caratterizzata da elementi propulsivi quali l'entusiasmo e la voglia di divertirsi e sperimentare. [Per la storia degli hacker è ineludibile il libro di S. Levy, Hackers: gli eroi della rivoluzione informatica, ShaKe, Milano 1996; inoltre cfr. S. Chiccarelli e A. Monti, Spaghetti hacker, Apogeo, Milano 1997; A. Di Corinto e T. Tozzi, Hacktivism, Manifesto Libri, Roma 2002.]

Linus Torvalds [su Linux vedi L. Torvarlds e D. Diamond, Rivoluzionario per caso, trad.it. Garzanti, Milano 2001], per spiegare il fenomeno dello spirito hacker che accompagna ed alimenta la vita del software Linux [il termine esatto sarebbe GNU Linux, che grazie ad un acronimo ricorsivo Gnu is Not Unix identifica questa release di Unix caratterizzata nella sua genesi e nel suo sviluppo - di sistema operativo ma anche di tantissimo software applicativo - dal sorgente aperto e dalla cooperazione in rete degli sviluppatori coinvolti. Per saperne di più su questo tipo di filosofia e licenza: www.gnu.org e il sito della Free Software Foundation istituita da Richard Stallman www.fsf.org], individua tre categorie progressive riassunte nella legge di Linus: sopravvivenza, vita sociale e intrattenimento. "L'hacker è una persona che è andata al di là dell'uso del computer per sopravvivere ('Mi porto a casa la pagnotta programmandò) e guarda piuttosto ai due stadi successivi. Usa il computer per i propri legami sociali: l'e-mail e la rete sono mezzi bellissimi per avere una comunità. Ma per gli hacker un computer significa anche intrattenimento. Non i giochi, non le bellissime immagini sulla rete. Il computer in sé è intrattenimento" [P. Himanen, L'etica hacker, trad. it. Feltrinelli, Milano 2001, p. 11-12]

Parlare di etica hacker significa mettere in risalto uno dei muscoli fondamentali del mondo hacker, costituito (sin dal 1991) dal software Linux. Moltissimi programmatori, spippoloni, smanettoni, hobbisti [per i termini, talvolta astrusi, usati dagli hacker vedi The Jargon File (il file di gergo)] in genere, si uniscono con forte passione e motivazioni comunitarie per migliorare le qualità e potenzialità di questo strumento informatico.

Con l'esempio di Linux si può capire come l'etica hacker miri a: risolvere i problemi divertendosi, stando insieme, sfuggendo a logiche gerarchiche, ridistribuendo a tutti le competenze, conoscenze ed esperienze acquisite "socializzando saperi senza fondare potere" [questa frase di Primo Moroni identifica lo spirito dei server www.inventati.org e www.autistici.org, ultimi arrivati nell'arcipelago hacktivista italiano dopo la nascita di Isole nella Rete nel 1996]. Infatti, l'ambiente degli hacker anche se non sfugge ad umanissime logiche di personalismi vari, obbedisce comunque ad una filosofia di ridistribuzione delle conoscenze che vede il ruolo di docente e discente scambiarsi continuamente. Il tutto all'insegna della pratica interattiva e del copyleft [termine che identifica un atteggiamento di contrapposizione al copyright].

Ma dietro alla passione e all'entusiasmo ludico ci sono grandi ideali e componenti sociali, politiche ed estetiche, tra cui bisogna ricordare: l'accesso totale ai computer, sui quali poter "metterci su le mani"; l'informazione libera ed accessibile; essere contro il concetto di Autorità; fare arte con il computer; utilizzare i computer per cambiare la vita in meglio.

Questo articolo CONTINUA >>>
1 - Etica hacker, come e perché
2 - La cultura hacker
3 - Uno stile di vita
4 - Il sapere
5 - Censure garbate, condivisione e accessibilità dell'informazione

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fERRY bYTE (1967), hacktivist, è impegnato da tempo sul versante delle mobilitazioni elettroniche dell'autorganizzazione digitale (i netstrike) e nella promozione di forme accessibili dell'informazione in Internet. È fondatore di Stranonetwork e socio di Isole nella Rete.

oedipa_m, laureata in chimica, ideatrice di copydown ha pubblicato il suo primo articolo su Altrove 6 (Nautilus Edizioni), e dopo aver partecipato alla stesura del libro "I motori di ricerca nel caos della Rete" di Ferry Byte e Claudio Parrini (ShaKe Edizioni), dal 2001 e' collaboratrice di Computer Idea e PC Magazine.

Claudio Parrini, nato a Vinci (FI) nel 1963, vive e lavora a Milano. Networker, pittore. Insieme a vari gruppi: UnDo.Net, Quinta Parete e XS2WEB, realizza progetti su internet e laboratori; da solo dipinge e scrive.

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