La censura non si limiterà a bloccare i contenuti Web "inappropriati", ma colpirà anche lo scambio di file tra utenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-12-2008]
Anche se per quasi un anno, almeno qui da noi, non se ne è più parlato, il piano del Ministro delle telecomunicazioni australiano Stephen Conroy di filtrare i contenuti inappropriati presenti in Internet sta prendendo forma.
Ormai non solo si sta per passare alla fase operativa, ma adesso si scopre che la portata del provvedimento è stata estesa, nonostante le proteste.
Non verranno filtrati solo i contenuti violenti o pornografici che viaggiano sul Web, ma anche gli scambi di file sulle reti peer to peer, BitTorrent compresa. D'altra parte, quando mai un censore si è limitato al minimo sindacale?
Il grande test dovrebbe partire la Vigilia di Natale ma qualche problema è già sorto; non a causa delle numerose proteste che continuano a montare (quelle si possono facilmente ignorare almeno fino alle prossime elezioni) ma per problemi tecnici: pare che nessuno abbia informato i provider, ai quali spetta l'attuazione del piano del Ministro.
"Non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta sull'approvazione o meno della nostra proposta, che comunque non include il filtraggio del traffico peer to peer" ha rivelato un portavoce dell'Isp Optus. I provider, poi, temono che eventuali filtri per il p2p causino un rallentamento eccessivo delle connessioni.
Dettagli tecnici a parte, niente sembra fermare Conroy, nemmeno chi paragona le sue azioni alla censura cinese, iraniana o saudita. Secondo il Ministro c'è una fondamentale differenza tra quanto si vuole fare in Australia e quanto avviene in quei Paesi: là filtrano i contenuti politici, qui solo ciò che è ritenuto "inaccettabile, particolarmente per i bambini".
Dopotutto - prosegue Conroy - esiste già una censura nazionale (il National Classification Scheme) che classifica i film, i videogiochi, le pubblicazioni e i contenuti online identificando quelli non adatti ai minori, e i provider "sono già obbligati a rifiutare l'hosting di certi materiali".
Il fatto che il sistema di classificazione non faccia magicamente sparire i contenuti per adulti, come invece fanno i filtri, ma si limiti a fornire indicazioni in base alle quali chi si occupa dell'educazione dei bambini può scegliere, dev'essere sfuggito a Stephen Conroy.
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