2.500 euro di multa per una recensione negativa

Non riceve la merce acquistata e se ne lamenta online. Ora deve pagare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-12-2013]

M multa recensione negativa

Nessuno legge mai i termini e le condizioni d'uso, né quando installa un software né quando fa un acquisto online.

Si tratta di una pessima abitudine alimentata dal fatto che dette condizioni di solito sono lunghissimi testi scritti spesso in maniera contorta, proposti quando uno non vede l'ora di concludere l'acquisto.

Saltare la lettura s'è rivelato disastroso per una donna che, alcuni anni fa, fece un acquisto su Kleargear.

Non avendo ricevuto nulla ancora dopo 30 giorni, PayPal cancellò la transazione; così la donna cercò di contattare il sito per avere spiegazione, senza però ricevere risposta.

A quel punto frustrata, decise di scrivere una recensione negativa su Ripoffreport, e pensò che la cosa fosse finita lì.

Tre anni dopo ricevette un'email in cui Klearger intimava di togliere il posto negativo, pena una multa.

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Una donna è stata querelata per una recensione negativa di un ristorante scritta su Trip Advisor. Quale di queste affermazioni trovi più vicina al tuo pensiero?
Non è giusto che un'opinione scritta su Internet sia considerata pari a un articolo su un giornale. Bisogna rivedere al più presto le leggi sulla difesa dell'onore e sulla diffamazione.
E' giusto che anche sui forum o su Facebook o sui siti di recensioni si applichino le leggi relative alla diffamazione. Un'opinione negativa può rovinare la reputazione di un locale.
Gli utenti devono poter esprimere con la massima libertà la propria opinione su ristoranti, alberghi, ma anche prodotti o servizi acquistati. Un'opinione negativa non dovrebbe essere considerata diffamazione.
Trovo che oggi più che mai sia necessario prestare la massima attenzione a quello che si scrive online.
Le recensioni su Internet sono in gran parte inaffidabili: quelle positive sono scritte dai proprietari, quelle negative dalla concorrenza. In ogni caso l'opinione dei pochi singoli onesti non è significativa.
Vorrei dire la mia sul forum di Zeus News ma temo che prima dovrei procurarmi un buon avvocato, non si sa mai.

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Il fatto è che facendo acquisti su Klearger si accetta una clausola che recita: «Per assicurare un feedback pubblico giusto e onesto, e per prevenire la pubblicazione di contenuti diffamatori in qualsiasi forma, l'accettazione di questo contratto di vendita vi vieta di intraprendere qualsiasi azione che abbia un effetto negativo su Kleargear.com, la sua reputazione, i suoi prodotti, i suoi servizi, la sua gestione o i suoi dipendenti».

La donna, spaventata, provò a chiedere a Ripoffreport di rimuovere il post, ma il sito rispose che non era possibile.

La cosa è quindi andata avanti, e ora la donna, insieme al marito, si trova nella condizione di dover pagare 3.500 dollari (circa 2.500 euro) per aver parlato male di Kleargear.

«È una frode» ha dichiarato la donna, che ancora non sa come andrà a finire. «Ci stanno ricattando perché abbiamo detto la verità».

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 22)

@gomez Un gelato fa certamente meno danni... :lol:
8-12-2013 14:09

Col gelato, no. Ma un paio di eoni fa un compagno delle elementari (terza, credo) ebbe la brillante idea di riempirsi le tasche posteriori di petardi (all'epoca in libera vendita) da usare nell'intervallo, e di dimenticarsene. Giocando con gli altri ricevette una spinta e cascò sul posteriore... per una settimana non lo si vide a... Leggi tutto
8-12-2013 11:00

Allora bisogna punire i maleducati che sporcano, non chi mangia/beve senza lasciare rifiuti Leggi tutto
8-12-2013 00:24

Eh sarebbe bello saperlo... Non ho trovato alcuna motivazione per l'esistenza di questa legge... :roll:
7-12-2013 18:41

Vabbhè, ma c'è un limite a tutto. In Italia, dove non c'è il divieto, non ho mai saputo di nessuno che sia andato a passeggio con un gelato nella tasca posteriore dei pantaloni. Possibile che in Alabama lo facessero? :o E se non c'è nessuno che lo fa, come fai a pensare di vietarlo? :?
7-12-2013 17:47

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Aristide Briand, politico francese, vincitore nel 1926, nonostante molti sostengano che gli accordi da lui voluti abbiano portato la Germania a tentare la successiva espansione verso est.
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Nessuno: nel 1948 il premio non venne assegnato. Sarebbe potuto andare a Mohandas Ghandi, ma era stato assassinato e il Comitato non permise che il premio fosse assegnato alla memoria.
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Yasser Arafat, Shimon Peres e Yitzakh Rabin, vincitori nel 1994, sebbene gli accordi di Oslo abbiano avuto effetti molto brevi.
Kofi Annan e le Nazioni Unite, vincitori nel 2001, investigato nel 2004 per il coinvolgimento del figlio in un caso di pagamenti illegali nel programma Oil for Food.
Wangari Muta Maathai, vincitrice nel 2004, convinta che il virus HIV sia stato creato in laboratorio e sfuggito per errore.
Barack Obama, vincitore nel 2009, appena eletto presidente degli USA.

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