Il numero di pesci presenti fino a 1.000 metri di profondità è 10 volte maggiore di quanto si credesse.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-02-2014]
Per quanto tutti sappiano che i mari pullulano di vita, finora si credeva che ciò fosse vero per le acque relativamente superficiali: oltre una certa profondità, si pensava che la vita diventasse piuttosto rara.
Invece, una ricerca recentemente pubblicata su Nature Communications e condotta in collaborazione dalla fondazione spagnola AZTI-Tecnalia e dall'Università Re Abdallah di Scienza e Tecnologia (KAUST), dell'Arabia Saudita, ha dimostrato che le cose non stanno così.
In particolare, zona mesopelagica (tra i 200 e i 1.000 metri di profondità) ospiterebbe dieci volte il numero di creature stimato sinora: vi si troverebbero infatti oltre 10 miliardi di tonnellate di pesci, anziché 1 miliardo come si credeva sinora.
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno esplorato gli oceani percorrendo 36.000 miglia nautiche, nell'ambito del progetto Malaspina Expedition 2010, effettuando rilievi acustici analizzando i quali ora si è potuta stimare la presenza di pesci.
Sebbene i risultati permettano di affermare che le profondità marine siano frequentate soprattutto da calamari, seppie e pesci spada, su buona parte delle varietà di specie abissali si sa ancora molto poco.
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Carlos Duarte, del Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo, spiega l'importanza di questo studio: «Finora abbiamo avuto solo i dati forniti dalla pesca a strascico. Di recente abbiamo scoperto che questi pesci sono in grado di individuare le reti e fuggire, il che rende inutile la pesca a strascico quando si tratta di valutare la biomassa». Gli fa eco il collega Xabier Irigoien della KAUST, il quale osserva che la gran quantità di vita scoperta «ha implicazioni significative nella comprensione dei flussi di carbonio nel mare».
Infatti i pesci mesopelagici risalgono durante la notte per nutrirsi e tornano in profondità durante il giorno, per evitare i predatori: ciò fa sì che il carbonio presente nelle feci sia portato sott'acqua molto più in profondità di quanto si pensasse sinora, poiché si riteneva che affondasse lentamente senza intervento da parte delle forme di vita semi-abissali.
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