Scienziati americani sono riusciti a fondere atomi di deuterio e trizio, producendo energia pulita.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-02-2014]
Negli ultimi anni la fusione nucleare, quella stessa reazione che avviene nelle stelle, non è stata spesso al centro dell'attenzione.
A causa delle difficoltà della sua realizzazione - richiede notevoli quantità di energia per essere innescata, e non è facilmente controllabile - è rimasta un po' in secondo piano rispetto, per esempio, all'espansione delle rinnovabili; ciò non vuol dire tuttavia che le ricerche in questo campo si siano fermate.
Un importante traguardo è stato raggiunto nello scorso autunno - ma i risultati sono stati pubblicati soltanto adesso sulla rivista Nature - al Livermore National Laboratory, in California.
Per la prima volta in assoluto, gli scienziati sono riusciti a ottenere «più energia rispetto a quella impiegata per innescare la fusione» come ha spiegato Omar Hurricane, primo autore dello studio.
Sebbene siano i ricercatori stessi a definire «modesto» il risultato in termini assoluti, dal punto di vista dei passi in avanti è certamente importante e superiore alle previsioni: è, insomma, un piccolo avvicinamento alla realizzazione della fusione.
Premi Nobel mancati | ||
|
Per arrivare a questo punto è stata utilizzata una tecnica che prevede l'utilizzo di 192 laser ad alta energia per fondere atomi di deuterio e trizio (isotopi dell'idrogeno) contenuti in una sfera di 2 millimetri di diametro.
I laser hanno dato vita alle radiazioni X che hanno permesso di comprimere ben 35 volte - «come ridurre un pallone da basket alle dimensioni di un pisello» racconta uno scienziato - e creare le condizioni di temperatura e pressione necessarie perché si inneschi la fusione.
Come risultato è stata ottenuta un'energia 10 volte superiore a quella ottenuta finora in altri esperimenti e, soprattutto, superiore (anche se di poco) a quella impiegata per "accendere" il tutto.
Ciò «dimostra la fattibilità scientifica della fusione dal punto di vista del confinamento inerziale» come spiega il fisico dell'Enea Giuseppe Mazzitelli, il quale aggiunge anche però che «la strada da fare è ancora molto lunga: per produrre energia occorre che questi esperimenti si ripetano 20 volte al secondo».
L'obiettivo finale, ancora lontano, è riuscire a realizzare una reazione che si autoalimenti e che sia contenibile in condizioni di sicurezza.
Sono gli scienziati stessi a calmare gli animi: «qui si fa ricerca: non si tratta ancora di un reattore».
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
Estinzione | ||
|
Zievatron