Ma la rivoluzione parte già zoppa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-04-2015]
La rivoluzione del Fisco avverrà il 15 aprile, giorno in cui debutterà il Modello 730 precompilato e la dichiarazione dei redditi diventerà più semplice.
Questa, almeno, è la promessa dell'Agenzia delle Entrate che con un comunicato stampa e con la messa in onda di spot televisivi sta informando della novità i 20 milioni di contribuenti italiani interessati (dipendenti e pensionati).
Il Modello 730 precompilato, accessibile online dopo aver richiesto l'apposito PIN, è da un certo punto di vista una benedizione: lo Stato non chiede più ai cittadini quelle informazioni che già possiede.
È quindi lo Stato stesso a compilare la dichiarazione dei redditi, in maniera gratuita e risparmiando molti mal di testa ai cittadini, che noin dovranno far altro che dare il proprio assenso.
C'è però un problema: nel 730 precompilato non ci sono i dati delle spese sanitarie. Ciò significa che il modello non include le detrazioni cui si avrebbe diritto per le prestazioni mediche e farmaceutiche; queste saranno incluse soltanto nel 730 precompilato del 2016.
Dato che per molti recuperare almeno in parte le spese sanitarie è importante, è facile prevedere che saranno diversi i contribuenti che preferiranno declinare l'offerta dell'Agenzia delle Entrate e integrare il 730 precompilato con le informazioni mancanti.
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Per fare ciò potranno procedere in autonomia o, come già accade, rivolgersi a un intermediario (un CAF o un professionista).
La normativa che introduce il 730 precompilato prevede che chi lo accetta sia esentato dai controlli; chi invece preferisce correggerli (da sé o facendosi aiutare), potrà incapparvi. L'articolo continua dopo il video.
Ciò che sta facendo protestare tutti gli intermediari è che a norma di legge chi si rivolge a un CAF o a un professionista per la dichiarazione dei redditi non è più responsabile di eventuali errori: ogni responsabilità (compreso il pagamento delle sanzioni e l'obbligo di conservazione della documentazione) ricade sull'intermediario stesso.
La rivoluzione promessa dal Fisco, insomma, sembra un po' zoppa: il fatto che buona parte dei contribuenti probabilmente dovrà correggere il modello e i prevedibili contenziosi che potrebbero sorgere in caso di sviste nella dichiarazione minano alla base le buone intenzioni.
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