Per la suprema Corte il datore di lavoro ha il diritto di controllare le attività dei lavoratori, anche con l'inganno.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-05-2015]
Controllare che i dipendenti svolgano il proprio lavoro e non perdano tempo a navigare su Facebook, anche usando metodi al limite dell'inganno, è perfettamente lecito.
Lo ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione, chiamata a giudicare un caso iniziato nel 2012 quando un operaio di una fabbrica abruzzese venne licenziato dal suo datore di lavoro per giusta causa, in quanto in orario di lavoro si dedicava ad altre attività. L'articolo continua qui sotto.
Il lavoratore ha ricorso ma ha visto respingere la sua richiesta di dichiarare illegittimo il licenziamento, sia nel 2013 che ora da parte della Cassazione.
Per i giudici della Suprema Corte il controllo, anche se realizzato con questo "trucco", non era finalizzato a controllare l'attività lavorativa ma a scoprire un comportamento illegittimo a danno dell'azienda, che contravveniva anche al divieto di utilizzare telefonini in azienda in orario di lavoro.
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