In passato onde fino a 120 metri sono penetrate nell'entroterra per centinaia di metri.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-05-2016]
Sebbene ci sia una sostanziale concordanza generale sul fatto che un tempo Marte abbia ospitato una gran quantità di acqua, l'ipotesi di un vasto oceano nei pressi del polo nord è tuttora controversa.
Alcuni detrattori sostengono che se ci fosse stato un oceano si dovrebbe poter osservare ciò che allora era la linea costiera. Altri ritengono che il ghiaccio avrebbe invece coperto ogni specchio d'acqua.
Alcuni ricercatori hanno ora elaborato una nuova ipotesi che potrebbe risolvere alcune delle difficoltà enunciate, suggerendo che il Pianeta Rosso sia stato spazzato da degli tsunami giganti.
Gli studiosi hanno calcolato che ogni 15 milioni di anni un meteorite grande abbastanza da scavare un cratere largo 30 km abbia colpito la superficie di Marte: in pratica, nella sua storia il pianeta avrebbe subito 23 di questi impatti.
Tenendo conto della gravità marziana, un impatto nell'oceano avrebbe prodotto onde alte 50 metri, con la possibilità che in alcune zone si sia arrivati addirittura a 120 metri. I segni di questi eventi catastrofici sarebbero tuttora visibili sul terreno.
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Le immagini studiate dai ricercatori, che riguardano la zona dell'Arabia Terra, mostrano enormi massi la forma dei quali lascia pensare che siano stati depositati da una gran massa d'acqua che scorreva verso monte, come l'onda di uno tsunami.
Non solo: gli scienziati ritengono di aver individuato dei «canali» simili a quelli lasciati sulla Terra dall'acqua portata dagli tsunami quando la forza dell'onda si esaurisce e l'acqua riprende a fluire normalmente, tornando nel mare.
L'acqua uscita dall'oceano a causa dei meteoriti sarebbe penetrata nell'entroterra per centinaia di metri, spazzando il terreno con una violenza che sulla Terra per fortuna non abbiamo mai visto.
Gli autori dello studio ritengono di poter individuare due distinti eventi di questo tipo: uno avvenuto circa 3,4 miliardi di anni fa, quando l'oceano era più profondo, e uno più recente, quando l'oceano già si era ritirato di parecchio.
Tra i due eventi, il clima marziano si sarebbe raffreddato, trasformando parte dell'acqua in ghiaccio e spostando la linea costiera. Il secondo tsunami avrebbe quindi portato con sé anche grandi masse ghiacciate, che poi rimasero sulla terraferma.
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