I dispositivi IoT sono il principale target degli hacker.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-01-2019]
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I dispositivi IoT sono il principale target degli hacker
Un'altra osservazione interessante è come si sia registrata solo una leggera diminuzione dell'impatto globale di Mirai, che è la ThingBot più potente ad avere mai lanciato un attacco.
Anche se il numero dei sistemi Mirai scanner in tutto il mondo è leggermente diminuito, l'Europa rimane l'unica regione in cui le infezioni Mirai scanner sono rimaste relativamente stabili da dicembre 2017 a giugno 2018.
Non solo la minaccia del bot originale è ancora presente con forza, ma ci sono almeno altre 10 diramazioni di Mirai da considerare (Annie, Satori / Okiru, Persirai, Masuta, Pure Masuta, OMG, SORA, OWARI, Omni e Wicked). Inoltre, i cloni di Mirai sono in grado di fare molto di più che lanciare attacchi DDoS e possono distribuire server proxy, estrarre le cripto-valute e installare altre bot.
"È molto preoccupante: abbiamo a che fare con oltre 8 miliardi di dispositivi IoT in tutto il mondo che, nella maggior parte dei casi, privilegiano la facilità di accesso alla sicurezza", spiega David Warburton di F5 Networks.
"Le organizzazioni devono prepararsi all'impatto che questi avranno, perché le opportunità di attacco dell'IoT sono praticamente infinite e il processo per creare le Thingbot è sempre più diffuso. Sfortunatamente, prima che vengano raggiunti significativi progressi dal punto di vista della sicurezza, ci troveremo ad affrontare sostanziali perdite di guadagno per i produttori di dispositivi IoT o costi significativi per le organizzazioni che implementano questi dispositivi".
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"Nel frattempo, è essenziale disporre di controlli di sicurezza in grado di rilevare e scalare in base alla portata dell'attacco delle Thingbot. Come sempre, avere una difesa dalle bot al livello del perimetro dell'applicazione è fondamentale, così come adottare una soluzione DDoS scalabile".
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