In questo momento l'ex monopolista, più che allo scorporo di rete e mobile, punta alla divisionalizzazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-10-2006]
Dopo le dimissioni di Tronchetti Provera, la strategia del vertice di Telecom Italia per la rete e il mobile (che tante polemiche, all'interno e all'esterno dell'azienda, aveva suscitato e cioè la costituzione di due società autonome, collocabili sul mercato) sta vivendo una fase di rielaborazione; per ora, non è possibile valutare se sia solo tattica oppure sia un cambiamento sostanziale.
C'è un rafforzamento dell'azionista di controllo, cioè l'Olimpia di Tronchetti e Benetton, con la costituzione di un sindacato con Mediobanca e Generali (Guido Rossi, attuale presidente, ha però sempre giudicato negativamente questi patti parasocietari); se questo riduce (teoricamente) la totale autonomia con cui Tronchetti finora ha gestito Telecom, la mette al riparo dal rischio di eventuali Opa, oltre a rassicurare i mercati circa la questione dell'indebitamento.
Dal punto di vista dello scorporo della rete, i tempi si profilano decisamente più lunghi (un anno e mezzo o due) per arrivare a una divisione autonoma, che potrebbe o meno assumere la forma giuridica di una società, in cui verrebbe collocata la rete d'accesso.
Si tratta di un impegno finanziario notevole che difficilmente l'azienda potrà sostenere senza un partner importante e interessato a veicolare i propri contenuti sulla rete; l'unica chance sempre presente è quella dell'alleanza (o fusione) con Mediaset, che ha annunciato la partenza nel prossimo anno di un proprio canale per la Tv via Internet.
Per i telefonini la prospettiva è una divisione che facilmente, alla bisogna, potrebbe diventare una società autonoma e quindi essere venduta in parte o del tutto; si prenderebbe così tempo rispetto ai notevoli problemi e ostacoli di natura politica e sindacale che l'ipotesi di una dismissione della telefonia mobile ha finora incontrato.
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