Il Comune di Palermo mette all'asta 88 Fiat Seicento elettriche dopo appena 6 anni di non uso.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-06-2007]
Acquistate "per abbattere il tasso d'inquinamento atmosferico in città" con fondi comunitari e "in via sperimentale" nel 1998 alla modica cifra di oltre 38 milioni e mezzo delle vecchie lire (cadauna) dall'allora giunta Orlando, vennero affidate soprattutto ai dipendenti comunali.
Questi evidentemente avevano un po' di commissioni da sbrigare, in Palermo, com'è ovvio, perché con un'auto elettrica di quella forza spingersi anche solo fino a Monreale sarebbe stato un azzardo improponibile .
Quante commissioni, e per conto di chi, ovviamente oggi non è dato sapere; anche perché -cessato il contratto di manutenzione con la Fiat dopo un paio d'anni dall'acquisto- le spese per le riparazioni da effettuarsi in Campania risultarono troppo gravose.
La cosa scandalosa non è tanto il prezzo unitario pagato per l'acquisto di un mezzo prossimo a uscire di produzione, né la spesa per la manuntenzione da effettuarsi fuori regione e neppure che siano state affidate ai dipendenti anziché tenute a disposizione per l'uso contingente; sono cose con cui ci "siamo abituati a convivere", come autorevolmente detto da qualcuno in tempi non troppo lontani.
Il vero scandalo, o meglio lo scandalo nello scandalo, è che l'amministrazione comunale dopo aver acquistato a caro prezzo un mezzo obsoleto per non inquinare, abbia a suo tempo contribuito al generale inquinamento atmosferico concedendo un mezzo in uso per fini presumibilmente non pubblici.
Come ciliegina sulla torta, oggi il Comune vende il tutto a peso, senza aver prima provveduto a un rigoroso controllato smaltimento delle velenosissime batterie in dotazione alle vetture.
Vuol dire che i turisti prossimi venturi potranno godere il paesaggio dello Stretto senza l'ombra incombente del ponte e gustando per sovrappiù le cozze saporite di Ganzirri. E pazienza se oltre al solito mercurio stavolta ci sarà anche un po' di piombo.
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