Vari lettori hanno segnalato un articolo assolutamente tragicomico in quanto a incompetenza informatica. Roba da non credere. E questo su una testata come Panorama, fra le più vendute (in senso buono) in Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-01-2002]
Buongiorno, mi chiamo Paolo Attivissimo, giornalista informatico per Apogeonline, Zeus News e Punto Informatico.
Vorrei segnalare una esilarante serie di errori nel vostro articolo a firma Luca Panerai. Il giornalismo italiano non brilla in quanto a competenza informatica, ma questo articolo lo porta a nuovi abissi di scelleratezza. Mi permetto di fare l'autopsia a questo pezzo perché mi è stato segnalato più volte dai miei lettori indignati.
"Quel ragazzo fu arrestato, ma come lui ce ne sono a migliaia, tutti collegati alla setta Open World. Comunicano su speciali chat line private e usano messaggi in codice. Condividono ogni software, ogni scoperta, che possa contribuire a rendere più forte la setta degli hacker."
Inoltre trovo repellente l'idea di associare il termine setta a hacker. "Setta" implica un circolo segreto di iniziati, cosa di cui la comunità hacker (hacker, non cracker) è l'esatta antitesi. La comunità hacker infatti crede nella condivisione pubblica e libera delle informazioni, aperta a tutti, non solo agli appartenenti a questa fantomatica "setta". Usare "setta" evoca immagini di animali sgozzati e incappucciamenti rituali che nulla hanno a che fare con il mondo hacker e che farebbero meglio a tornare dov'erano, ossia nella fantasia malata del giornalista, evidentemente stimolata da libagioni troppo abbondanti.
"Alcuni guru di Open World si sono convertiti e hanno fatto i soldi, come Linus Torvall, l'ideatore del sistema operativo Lynux (distribuito a prezzi stracciati per fare concorrenza a Windows Xp); o come i ragazzi di Napster, che, dopo avere messo in crisi le corti di giustizia americane con la musica gratis via Internet, hanno raggiunto un accordo con una casa discografica, la Bertlesmann, per diffondere musica in rete a prezzi concorrenziali."
Ritorniamo all'abbiccì. Non si chiama Linus Torvall, ma Linus Torvalds. Inoltre il sistema operativo da lui ideato si chiama Linux, non Lynux, e non è distribuito a prezzi stracciati, ma gratuitamente. Tre cose che sanno anche i muri, ma che il Panerai, bontà sua, non si cura di conoscere prima di dispensare sapienza informatica. Ma è così difficile documentarsi su questi concetti di base, prima di mettersi a blaterare?
Inoltre la casa discografica si chiama Bertelsmann. Come vi sentireste se si parlasse del vostro giornale come Penorama e della casa editrice come Mandaodori? Giuro che i rispettivi giochi di parole sono del tutto involontari. Mi sono venuti spontanei, non so perché.
"Recentemente, la rete centrale della Microsoft è stata bloccata da un maxivirus: era la risposta di Open World alla pretesa invulnerabilità del nuovo sistema operativo Windows Xp."
Davvero? Non mi risulta alcuna dichiarazione di Microsoft in tal senso. Posso sapere le fonti di questa presunta informazione? Che so, delle date? Il nome del maxivirus? Credo che ci siano gli estremi per una querela da parte di Microsoft, alla quale mi associerei volentieri (una volta tanto).
"Immmaginiamo che i nostri dati siano il cuore di una cipolla e i software antivirus installabili sul singolo pc il primo strato della cipolla,: ebbene, tutto il resto è vulnerabile."
Ma che cosa si è fumato il Panerai? Questa frase non ha alcun senso tecnico ed è totalmente fuorviante. Infatti anche i software antivirus sono vulnerabili, come tutti i programmi. Anche questa è una nozione da prima elementare.
"Il primo sistema serio di difesa di una rete è il Firewall (muro di fuoco)"
E già che ci siamo, torniamo per la terza volta all'abbiccì, anzi al dizionario di lingue. "Firewall", in inglese, significa "parete tagliafuoco", non "muro di fuoco". Un concetto un tantinello diverso, e magari anche più calzante, non vi pare? Se il Panerai avesse la cortesia di aprire un dizionario d'inglese, potrebbe risparmiarci queste sconcezze. Ma per carità, un esperto come il Panerai non si abbassa a sfogliare un dizionario: lui è un giornalista, e in quanto tale crea la lingua, non la consulta.
"e consiste in un sistema di monitoraggio costante dei profili predefiniti di chi entra e chi esce dalla rete. Qualsiasi utente non registrato o non rispondente ai requisiti stabiliti dalla rete viene «bruciato», in termine tecnico, e lasciato incenerito fuori dalla rete."
Davvero il firewall fa queste cose? Meno male che c'è il Panerai a spiegarcele. In realtà un firewall non lascia fuori gli utenti, ma i dati appartenenti a programmi non autorizzati. Leggere un manuale prima di scrivere costerebbe troppa fatica, vero?
"Resta però il rischio di danno fisico alla rete o di distruzione del sistema. Un esempio per tutti: l'11 settembre la Morgan Stanley, i cui uffici erano situati nelle Torri Gemelle, ha subito la perdita di milioni di gigabyte importantissimi."
Si vede che volete essere querelati anche dalla Morgan Stanley. Infatti come qualsiasi azienda seria, la Morgan Stanley ha i cosiddetti piani di disaster management, per cui la perdita di dati è stata zero. Non vi chiedo di credermi sulla parola: andate qui e leggete. "Morgan Stanley... No data lost". Traducete, per favore, per il sig. Panerai; se ha problemi con "firewall", non vorrei fraintendesse anche questo.
Basta, non voglio infierire oltre. Credo che ce ne sia abbastanza.
Mando questo messaggio in copia ai miei lettori e alle riviste per le quali scrivo, così la pubblicano e si fanno quattro risate. Grazie dell'occasione di sano divertimento. Involontario, ma sempre divertimento.
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