Il governo di Pechino continua ad accusare il motore di ricerca di non fare abbastanza per fermare la pornografia. Intanto gli Stati Uniti protestano contro Green Dam.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-06-2009]
Nonostante Google si sia prontamente adeguata alle richieste del governo cinese, la vicenda non sembra ancora conclusa: ieri sera, per due ore, i servizi di Google non erano accessibili dalla Cina.
Ufficialmente il governo non ha ammesso niente ma è sembrato quantomeno strano che all'improvviso, e per un tempo piuttosto lungo, Gmail e gli altri servizi siano diventati irraggiungibili senza che Google dichiarasse - come fa sempre in questi casi - la presenza di problemi tecnici.
Il ministro degli Esteri cinese, invece, continua ad accusare il maggior motore di ricerca di diffondere contenuti volgari, in aperta violazione della legge.
Google si è già incontrata con alcuni rappresentati del governo cinese per affrontare la questioni ma forse le misure già prese non sono sembrate sufficienti oppure la risposta alle ingiunzione non è stata abbastanza solerte.
Resta il fatto che, avendo la Cina già minacciato Google di sospensione se non ottempererà alle richieste, il blocco di due ore sembra proprio un modo di fare pressione.
Intanto crescono le proteste circa il filtro Green Dam che dal primo luglio sarà fornito con ogni nuovo Pc: pare che sia facilmente craccabile - e questo forse piacerà a molti - e che esponga i computer ad attacchi esterni.
Gli Stati Uniti si sono mossi ufficialmente per protestare contro Green Dam non solo a causa dei problemi di sicurezza che porterebbe con sé, ma anche perché sospettano il governo di volerlo usare per bloccare siti "scomodi" dal punto di vista politico.
"La Cina sta mettendo le aziende in una situazione insostenibile" ha dichiarato Gary Locker, Segretario del Commercio.
A lui ha fatto eco Ron Kirk, Rappresentante per il commercio, sostenendo che "proteggere i bambini da contenuti inappropriati è un obiettivo legittimo, ma questo filtro ha uno scopo più ampio".
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