La multinazionale dovrà risarcire il danno patrimoniale dell'autore, non per contraffazione ma per ritardo nel rimuovere l'opera protetta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-07-2009]
Coetentemente alle sue ultime decisioni, la corte d'appello parigina non ha rimesso in discussione un fatto tecnico ormai acclarato e cioè che un sito internet strutturato come YouTube altro non è che un "deposito" messo a disposizione degli utenti affinché vi possano essere scaricati i contenuti più vari.
Incombe tuttavia ai responsabili del sito rimuovare con la maggiore compatibile urgenza i contenuti non permessi dalle disposizioni in vigore; ma mentre i contenuti penalmente rilevanti possono essere in gran parte verificati ed eliminati in automatico, la stessa cosa non può avvenire nel variegato mondo del diritto civilistico.
Da qui, hanno ragionato i magistrati d'oltralpe, l'obbligo di YouTube di rimuovere i contenuti illeciti non appena gli pervenga la contestazione da parte degli aventi diritto. In caso contrario sarebbe dimostrata la diversa valutazione giuridica che YouTube stessa dà al fatto, e quindi disposta a correre l'alea di un eventuale giudizio che potrebbe anche esserle avverso.
Motivando la sentenza, i giudici hanno rilevato che il sito non si era reso parte diligente nella rimozione del video, in ragione di che l'hanno condannato al risarcimento di 40 mila euro oltre a una pemalità di 10 mila per la contraffazione del marchio e alle spese di giudizio di altri diecimila.
Nel complesso, la piattaforma video di "Big G" stavolta se l'è cavata a buon mercato; restando per altro confermato che non bisogna infastidire gli orsi, specialmente quando appartengono a un gruppo editoriale che esiste da oltre 130 anni.
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