Il dissenso degli uomini Telecom Italia

Un fax partito da Barcellona, inviato forse da un dirigente Telecom Italia che stava partecipando a una kermesse aziendale, ha annunciato l'acquisto delle Pagine Utili di Mediaset da parte dell'ex monopolista. La notizia si è rivelata una bufala, prontamente smentita da Telecom Italia, ma intanto aveva fatto il giro di Internet, rilanciata dalle agenzie di stampa. Telecom Italia ha presentato denuncia, ma si tratta comunque della spia di un malessere profondo all'interno dei manager Telecom Italia.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-03-2002]

A Barcellona lo scorso weekend c'è stato il grande convegno dei dealer (negozi affiliati) di Telecom Italia, che ne ha approfittato per far incontrare Riccardo Ruggiero, direttore della divisione Domestic Wireline, con un'ampia rappresentanza di dirigenti e dipendenti delle linee commerciali.

In questa innocente e festosa kermesse aziendale c'è stato un tocco di "giallo": da un fax di un dirigente di Telecom Italia sarebbe partito un comunicato che riportava la notizia di un imminente acquisto di Pagine Utili, le "Pagine Gialle" targate Mediaset, da parte di Telecom Italia, proprietaria di Seat, principale e molto più grande concorrente.

La notizia ha fatto il giro delle agenzie Internet e stampa, ma è stata prontamente smentita da Telecom Italia, che ha presentato anche una denuncia alle forze dell'ordine.

Con Pagine Utili, finora, Mediaset ha prodotto centinaia di miliardi di debiti senza scalfire minimamente il monopolio Seat: l'acquisto da parte di Telecom Italia costituirebbe, oggettivamente, un favore a Berlusconi - e non sappiamo se questa ipotesi, in un futuro più o meno lontano, possa avverarsi.

Un fatto è certo: questo fax è stato un tiro mancino e ha rivelato un'area di dissenso e di disagio, non soltanto tra i semplici dipendenti, ma addirittura tra i manager con importanti responsabilità di Telecom Italia.

Non sarebbe una cosa strana: le ultime ristrutturazioni hanno spodestato letteramente decine e decine di direttori regionali e di filiale, spesso degradandoli a poco più che venditori, capi venditori, staff e figure di supporto. Chi gestiva risorse per miliardi e centinaia di persone è spesso ridotto a passacarte; molti giovani manager "rampanti" si sono trovati una carriera tarpata e bloccata, molti anziani e potenti dirigenti sono stati collocati forzatamente a riposo.

L'ultimo passaggio di proprietà, con l'arrivo di Tronchetti Provera, ha azzerato le ambizioni di molti; anzi, fra i più c'è il timore che i prossimi a fare le spese della imminente ristrutturazione non saranno solo operai e impiegati, ma molti manager. Riccardo Ruggiero ha portato dietro di sè una squadra da Infostrada che ha occupato i posti di primo piano; nell'area finanza sono arrivati uomini Montedison portati da Enrico Bondi, già amministratore delegato del colosso chimico (e ora di Telecom Italia); gli uomini Pirelli hanno occupato tutti i posti chiave nelle relazioni istituzionali, la stampa, il legale.

E' risaputo, i manager non fanno scioperi. Ma il dissenso può prendere le forme più strane, nuove e diverse, rendendo difficile e ingovernabile per i nuovi arrivati un mondo che per molto tempo è stato un'istituzione chiusa, protetta e con proprie logiche, che deve svecchiarsi ma deve farlo con delicatezza, senza troppi traumi.

A capo del personale delle Customer Operations è stato nominato Claudio Picucci, giovane anagraficamente ma appartenente alla "vecchia guardia" Sip, con fama da falco più che da colomba: non avrà vita facile, visto che oggi il problema sembra più relativo a dirigenti e manager, che alle vecchie tute blu o alle telefoniste.

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Pier Luigi Tolardo

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