Deludenti le novità del Pacchetto Telecom

I grandi cambiamenti si sono rivelati solo vaghe promesse mentre da noi già si pensa di spegnere la radio analogica e sostituirla con quella digitale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-11-2009]

Pacchetto Telecom

Dopo più di due anni di litigi e ricattucci - e scontentando tutti, a cominciare dai consumatori - l'Europarlamento ha licenziato un testo che dovrà essere convertito in legge dai vari Stati membri entro la metà del 2011.

Senza troppo infierire, potremmo affermare che è stato volutamente stabilizzato il tutto nel vago e nell'irrisolto, lasciando sostanzialmente le cose come stavano prima che si giungesse a quanto è stato forse troppo precocemente e pomposamente definito "accordo".

La stessa Catherine Trautmann, relatrice del testo, ha messo in chiaro che si lavorerà ancora nei prossimi mesi sul nodo della gestione pubblica delle frequenze lasciate libere dalla digitalizzazione televisiva, che dovrà terminare entro il 2011.

Si dovrà lavorare inoltre a svincolare la rete - visto come un servizio di valore universale - dagli interessi delle grandi lobby finanziarie e commerciali, mentre si provvederà a proteggere adeguatamente la proprietà intellettuale nel campo delle comunicazioni elettroniche.

Non spariranno, poi, le varie "Authority" nazionali a vantaggio della omogeneità e della trasparenza concorrenziale: infatti il Body of European Regulators in Electronic Communications (BEREC), nuovissimo carrozzone infracomunitario, potrà adottare decisioni a maggioranza e si vedrà se poi l'Europarlamento sarà in grado di imporle.

Una buona norma, se attuabile, potrebbe essere quella che impone - al fine di incrementare la concorrenza - un termine per la migrazione sia in rete fissa sia mobile fissato a un solo giorno (lavorativo): un ottimo cambiamento, quindi, poiché la media europea dovrebbe essere sui 7-9 giorni, tranne il nostro belpaese dove i giorni si contano a settimane e mesi.

Inoltre i vari operatori nazionali potranno essere "forzati alla separazione funzionale" delle infrastrutture dalla rete commerciale, sperando che non si debba ripetere il bel risultato delle nostre F.S.

Pessime notizie invece sulla durata legale minima dei contratti, che rimane vincolata a 24 mesi nonostante lo strepitare delle associazioni di consumatori: come unico contentino è stato concesso di rescindere senza spese il contratto alla fine del primo anno.

Sembra di capire che la migrazione possa avvenire senza addebiti contrattualmente previsti mentre non per forza potrebbero essere gratis le spese di distacco.

Nulla di risolto, neppure in via di norma preparatoria, per quanto riguarda i diritti fondamentali delle persone, ossia privacy e libertà di espressione.

Infatti si è passati da un generico incoraggiamento a una "migliore gestione dei dati personali" da parte dei concessionari all'obbligo di informare meglio gli utenti circa la destinazione dei propri dati immessi in rete: insomma le solite frasi vuote di significato concreto che istituiscono solo obblighi generici.

I gestori avranno inoltre l'obbligo (ma non l'avevano già?) di informare utenti e "competenti autorità" in caso di violazione dei dati sensibili.

Altrettanto incredibile la storia, già nota, dell'emendamento 138 che ha preso notoriamente la via delle fogne soltanto perché nella sola Francia la posticcia revisione della legge Hadopi2 a vantaggio delle major dell'intrattenimento ha recentemente concesso di adire la magistratura ordinaria solo successivamente al distacco forzato dalla rete dei (presunti) "pirati".

Per finire, il "Pacchetto Telecom" auspica una migliore gestione delle frequenze radiotelevisive, con l'adozione generalizzata del Wi-Fi in tutte le località nelle quali fosse antieconomica l'installazione di apposite infrastrutture e la posa di nuova fibra.

Come si vede, alla fine si è arrivati ad una conclusione per stanchezza dei contendenti che per intima convinzione di essere nel giusto; e l'analisi delle varie parti concordate ne è la prova evidente.

Sarà anche un caso, ma è di questi ultimi giorni che, in barba alle convenzioni europee appena stipulate, da noi già si pensa all'abbandono della radio analogica a vantaggio di quella digitale.

Sarà forse fantascienza immaginare che possa ripetersi l'Opera dei Pupi come per il digitale terrestre e si spera che alla fine non occorrerà un apposito decoder per riconvertire tutti gli apparecchi riceventi; tuttavia il tramonto della radio analogica probabilmente segnerà la fine della CB e provocherà la scomparsa dei tantissimi radioamatori OC che pure si sono rivelati insostituibili in tutti i momenti di emergenza.

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Commenti all'articolo (3)

Inutile dire che sono d'accordo con le fondamentali osservazioni di cisco, ovvia conseguenza delle caratteristiche teniche delle trasmissioni digitali cui accennavo (ovvero una sola torre trasmittente e una sola frequenza per più contenuti, immaginatevi con quale pluralismo dei medesimi). Ovvio anche che il valore di mercato delle... Leggi tutto
1-12-2009 22:36

Io sono dell'idea che il "digitale" radio-televisivo serva soltanto ad impedire libere voci. Con l'analogico, bastava un'antenna e trasmettevi; con il digitale dovrai sempre passare da qualcun'altro. Insomma, se già ne ero convinto con il digitale Tv, con quest'ultimo rumor, ne sono certo. Chissà, forse tra qualche decennio,... Leggi tutto
1-12-2009 17:16

Immagino che per 'radio digitale' si sottintenda il broadcast FM analogico da 88 a 108 MHz, ovvero la radio per antonomasia, quella che ascoltiamo in macchina per intenderci. Ben venga allora la radio digitale, che potrà arrecare solo vantaggi al disastrato ed esausto etere della Radio italiana. Non comprendo che centri , con la... Leggi tutto
1-12-2009 10:12

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