La tecnologia Ultra-D regala profondità a tutti i contenuti in due dimensioni, senza perdere in risoluzione o in prestazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-03-2016]
Dopo un periodo iniziale in cui sembravano essere il futuro dell'intratte- nimento casalingo, i televisori 3D si sono rivelati sostanzialmente un flop commerciale.
Vari motivi hanno concorso a decretare lo scarsissimo successo di questa tecnologia: la mancanza di contenuti per i quali valesse la pena dotarsi di un televisore 3D, i costi elevati e la necessità di utilizzare scomodi e ingombranti occhiali oppure sottostare alle rigide indicazioni dei sistemi stereoscopici.
Il primo di questi problemi potrebbe risolversi se si riuscisse a trovare una soluzione al terzo: un televisore 3D che non richieda occhiali e che abbia un angolo di visione ampio sarebbe senz'altro un consistente passo in avanti.
La risposta a questa necessità potrebbe essere la tecnologia Ultra-D di StreamTV Networks, dimostrata già nel 2012 e finalmente pronta al debutto sul mercato.
Il segreto degli schermi Ultra-D sta nell'utilizzo di una tecnica proprietaria per la loro realizzazione, grazie alla quale l'azienda riesce a «sovrapporre diverse micro-visuali»: in altre parole, in questo modo l'effetto 3D è visibile da qualunque punto dei 140 gradi dell'angolo di visione, senza dover ricorrere a dispositivi aggiuntivi.
«Pieghiamo la luce attraverso il vetro, e così non c'è bisogno di alternare le immagini per l'occhio destro e per il sinistro» spiega Dunsten Sobotta, di StreamTV Networks. «Non c'è nemmeno bisogno di due videocamere o cose del genere... tutto il tradizionale procedimento per i video stereoscopici qui non serve».
Ultra-D permette infatti di trasformare in 3D anche tutti i contenuti realizzati in 2D grazie a un particolare chip realizzato per StreamTV da Qualcomm e a un algoritmo proprietario: così non è più nemmeno necessario realizzare contenuti appositamente in 3D, ma si possono tranquillamente adoperare le tecniche tradizionali e lasciare al televisore il compito di aggiungere profondità.
«Meccanicamente, il vetro non cambia, ma c'è un algoritmo che lavora sull'immagine in ingresso e la disperde, risistemando i pixel in base a ciò che la disposizione del vetro fa a quei pixel» commenta ancora Sobotta. «Date un'immagine e le informazioni sulla profondità, la lente disperde la luce, cosicché gli occhi che fissano un singolo punto dello spazio vedono due cose diverse».
Ultra-D promette di essere la soluzione ideale anche per lo sviluppo di giochi 3D, che finora chiedevano agli sviluppatori di scendere a compromessi: a causa della complessità dovute alla gestione della profondità, era necessario abbassare la risoluzione o rimuovere alcuni dettagli grafici, per non eccedere le specifiche delle GPU o dei cavi HDMI. Per non parlare dei lunghi tempi necessari alla programmazione.
Per Sobotta, Ultra-D pone fine a tutti questi problemi. Il Software Development Kit creato da StreamTV permette di trasformare un gioco 2D in un gioco 3D nel giro di poche ore come ha dimostrato il test condotto sul survival horror Pamela, e tutto senza incidere sulle prestazioni o sulla qualità della grafica.
Convinta della bontà della propria tecnologia, StreamTV Networks sta stringendo accordi coi maggiori produttori di televisori per arrivare sul mercato entro la fine dell'anno, iniziando dalla Cina.
Per quanto riguarda i costi, l'azienda afferma che il prezzo sarà circa il 10% più alto rispetto a quello dei normali pannelli 4K delle stesse dimensioni. E, dopo i televisori, l'idea è di puntare anche a smartphone e tablet.
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Benny