Facebook fa causa a Faceporn

Il social network non tollera cloni, meno che mai a carattere pornografico.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-10-2010]

Facebook fa causa a Faceporn trademark marchi

"A causa di circostanze impreviste, Faceporn è chiuso fino a nuovo ordine. Al momento stiamo lavorando a una versione completamente nuova del sito": sono queste le parole che accolgono oggi i visitatori di Faceporn, il clone pornografico di Facebook.

Le "circostanze impreviste" forse non erano così imprevedibili: il social network "originale" ha infatti fatto causa a Faceporn per violazione di marchi registrati: in particolare Facebook accusa il clone di aver copiato il logo, la caratteristica combinazione di colori bianco e blu e altri aspetti.

Faceporn non ha commentato le accuse, mentre Facebook tramite un portavoce ha rilasciato una dichiarazione: "Crediamo che Faceporn non debba poter guadagnare sfruttando il nostro nome e macchiare e svilire il nostro marchio mentre lo fa". L'articolo continua sotto

Facebook è sempre stata protettiva - forse fino all'eccesso - nei riguardi dei propri marchi: solo lo scorso agosto ha citato in giudizio il sito Teachbook, dedicato agli insegnanti, per questo motivo.

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Commenti all'articolo (2)

Ripenso alla querelle tra Microsoft e Linspire dove si disputava proprio sulla assonanza tra Windows e Lindows, e se non ricordo male un giudice si pronunciò a favore di Microsoft. E pensare che il sistema a finestre non l'hanno inventato a Redmond. Potenza del denaro! :roll: In casi come questo se la vanno a cercare. Come... Leggi tutto
12-11-2010 19:20

ok alla tutela del marchio, del nome, del business ma non è che qualsiasi cosa che si chiama facequalchecosa non può più esistere Ovviamente è sensato non utilizzare proprio stesso logo, font, colori anche perchè ritengo non abbiano alcuna utilità nell'accalappiare utenza...la facilità del ricordo è data dall'assonanza del nome magari,... Leggi tutto
28-10-2010 14:48

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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