Il 74% dei siti pericolosi sono siti autorevoli compromessi

Cambia il web e cambiano anche le minacce: i cybercriminali ora sfruttano i siti "sicuri" per diffondere le minacce.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-12-2010]

Carl Leonard Web Sense siti autorevoli violati

Carl Leonard, Senior Manager Security Recearch dei Security Labs di Websense, mette in guardia su come sta cambiando il mondo delle minacce alla sicurezza: cambiano gli autori, gli strumenti, le metodologie e gli obiettivi.

Chi minaccia i computer e i dati delle aziende è sempre meno un singolo che agisce per divertimento o per dimostrare la propria bravura: ora ad agire sono organizzazioni internazionali di cyber-criminali che effettuano attacchi globali.

Negli ultimi tre anni (ma anche solo negli ultimi sei mesi) il web è diventato molto più pericoloso: ciò è dovuto al fatto che è cambiato il modo di connettersi, raccogliere informazioni e comunicare e le nuove minacce sfruttano proprio questi cambiamenti.

Il 74% dei siti malevoli sono infatti siti autorevoli (di news, sport e via di seguito) che sono stati compromessi; rispetto all'anno scorso tale fenomeno è aumentato del 40%.

Un terzo degli attacchi via Web ha come obiettivo il furto dei dati sensibili che, una volta rivenduti dalle organizzazioni criminali, possono rappresentare una grossa fonte di guadagno.

Gli obiettivi principali non sono però i singoli utenti, ma le aziende: lo confermano i dati sui siti maggiormente colpiti dagli attacchi, che mostrano in cima alla lista i siti di business ed economia (24,3 %), seguiti solo a distanza dai siti di viaggi (8,2%), pornografici (6,8%), di sport (5,8%) e di educazione (5,8%).

Ne risulta che i siti legati al business sono colpiti 3 volte tanto rispetto a quelli che riguardano gli interessi personali.

Gli attacchi sfruttano anche i motori di ricerca e le tecniche di search engine optimisation (SEO), posizionando i siti malevoli tra i primi risultati forniti e aumentando in questo modo le possibilità che gli utenti vi accedano involontariamente.

Il Web 2.0 - con Twitter, Facebook e Linkedin, cui ci si connette dalla propria rete aziendale - è una via d'accesso privilegiata per gli attacchi. È quindi evidente come servano sempre più strumenti in grado di proteggere in tempo reale gli utenti e le aziende, soluzioni che si adattino ai contenuti dinamici dei solcial network.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 9)

Eppure conosco agenti di vendita che vendono tramite facebook e altre "cavolate" e programmatori incavolati perchè se devono ricercare info sulla programmazione sono ostacolati dal filtri e dirigenti che da contratto DEVONO avere accesso illimitato all'esterno. In questo caso esiste la doppia rete, non è difficile da... Leggi tutto
3-1-2011 20:22

Purtroppo le policy di sicurezza aziendali, almeno quelle con le quali mi sono sovente confrontato io, spesso fanno acqua e sono più penalizzanti che efficaci. :( Leggi tutto
3-1-2011 14:14

http://www.owasp.org/index.php/Main_Page http://www.owasp.org/index.php/Italy Ciao Leggi tutto
28-12-2010 23:58

Era esattamente quello a cui mi riferivo io: tali siti autorevoli hanno ben poco di autorevole nel modo in cui sono sviluppati e gestiti. Di certo qualunque bersaglio è vulnerabile (basta saper cercare o, in alcuni casi, attendere che qualche vulnerabilità venga a galla e nessuno ci metta "una pezza") ma disinteressarsi... Leggi tutto
28-12-2010 22:56

Verissimo! Quando si solleva il problema è sempre un problema i soldi e "Ma tanto è impossibile" oppure "E' colpa degli utenti, dei tecnici che fanno schifo, di quello che non rispetta le norme" oppure "Tanto accadrà sempre". NO!!!!!!!!!! Con una corretta sicurezza questo non accade, salvo che sia un... Leggi tutto
28-12-2010 22:37

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