Le app per smartphone e tablet ci trasformano in tanti Pollicino sempre rintracciabili. E il Registro delle Opposizioni non funziona come dovrebbe.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-06-2011]
Durante l'ultimo rapporto annuale al Parlamento, Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità per la Protezione dei Dati Personali ha parlato non solo della necessità di salvaguardare la libertà della Rete ma anche dei pericoli di smartphone e tablet, e di quelli del telemarketing selvaggio.
Nel primo caso, le preoccupazioni del Garante si concentrano sulle app e sull'uso che dei dati personali da queste raccolti può essere fatto da parte dei programmatori e delle software house.
Un'app può infatti ottenere un'infinità di informazioni sul proprio utilizzatore: dalle sue preferenze di navigazione ai suoi spostamenti, dalle foto ai video, dai dati sui familiari a quelli sul lavoro sino agli interessi personali e via di seguito.
Per questi motivi è necessario diffondere una maggiore consapevolezza tra gli utenti circa quanto mettono nelle mani dei produttori di software ogni volta che installano un'app sul proprio smartphone o tablet: una sorta di «informativa di rischio come per l'uso dei farmaci».
«Con gli smartphone ognuno di noi è, quasi sempre inconsapevolmente, un Pollicino che ha in tasca il suo sacchetto di sassolini bianchi che escono uno ad uno per segnarne gli spostamenti» spiega Pizzetti.
«I rischi connessi agli smartphone e alle loro applicazioni derivano essenzialmente dal fatto che i nostri telefonini sono costantemente localizzati, e che il gran numero di dati e informazioni in essi contenuti possono essere conosciuti, trattati, conservati, utilizzati da soggetti dei quali non abbiamo consapevolezza né controllo» prosegue il Garante.
Non bisogna poi sottovalutare i possibili rischi fisici corsi dai dati salvati lontano da dove risiede il loro proprietario, il quale per diversi motivi rischia di essere privato dell'accesso: «da quelli sismici a quelli legati a fenomeni di pirateria, non solo informatica, o ad atti di terrorismo o a rivoluzioni imprevedibili».
Pizzetti si scaglia infine contro il telemarketing, definito senza mezzi termini un'«inaccettabile di invasione della sfera privata e domestica».
Il Registro delle Opposizioni - che peraltro il Garante definisce «una innovazione legislativa che non ha incontrato il nostro favore ma alla quale ci siamo dovuti adeguare» non si è dimostrato uno strumento tanto efficace quanto si sperava: il passaggio all'opt-out ha complicato la vita agli utenti, che si trovano inondanti da telefonate indesiderate.
Basti pensare che le segnalazioni di protesta arrivate al Garante sono passate dalle 300 del 2010 (quanto vigeva l'opt-in) alle oltre 1.000 di questa prima del metà 2011: in buona parte si tratta di persone iscritte al Registro che però continuano a ricevere proposte commerciali, anche via fax, da parte delle aziende.
A questo proposito il Garante annuncia nuovi provvedimenti e si oppone all'idea di estendere il Registro anche al marketing postale: «in questo settore si era raggiunto, anche grazie alle nostre semplificazioni degli anni scorsi, un buon equilibrio. Sarebbe meglio non toccarlo, a vantaggio di tutti, cittadini e imprese».
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