Proprietario di un sito Web si ribella all'ingiusta sospensione del servizio di hosting per le sue pagine.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-10-2002]
Arriva dall'Inghilterra l'ultimo caso di eccessivo zelo protettivo da parte di organismi preposti alla salvaguardia e all'integrità del benessere fisico e mentale della popolazione. La divisione incaricata di perseguire le pubblicazioni oscene e di monitorare soprattutto il materiale circolante in Internet all'interno del Regno Unito ha infatti scovato la scorsa settimana un sito a proprio parere pericoloso e pertanto degno di essere segnalato come tale al provider che forniva l'hosting alle pagine web.
Host Europe, il provider in questione, non appena ricevuta la segnalazione seppur informale da parte dell'ente investigativo che indicava il sito Think of the Children come offensivo della morale di alcune persone e probabilmente suscettibile di incitarne altre alla violenza, ha immediatamente sospeso il servizio, mettendo offline le pagine indicate.
Tutto avrebbe potuto concludersi qui con il titolare del sito che rinuncia al suo progetto, incerto sul rischio di avere in futuro possibili grane, ma Paul Carr, proprietario e mantainer del sito, non ha nulla da nascondere e decide quindi di dare una risposta secca e precisa all'azione subita dalla forze di polizia. In pochi giorni riattiva il dominio e ripubblica le pagine aggiungendo un messaggio indirizzato ai titolari di Host Europe e alle forze dell'ordine divisione Pubblicazioni Oscene e Unità Internet in cui invita la polizia ad adire le vie legali e a ricorrere ai tradizionali metodi giudiziari per sospendere forzatamente l'attività del proprio sito web, disconoscendo l'autorevolezza di qualsiasi altro mezzo diverso da un provvedimento giudiziario nei suoi confronti volto alla messa offline del sito.
Del resto il sito Think of the children persegue tuttaltro che finalità violente o offensive della pubblica morale, ma anzi vuole porsi come sito di denuncia sociale connotato da note sarcastiche forse al limite del cinismo in alcuni casi, ma sicuramente è difficile riconoscere nei brevi scritti presenti sul sito, l'intenzionalità di promuovere la violenza o l'organizzazione di gruppi di repressione mediante il ricorso alla forza.
Appare quindi un po' forte, ma sicuramente decisa e efficace la decisione di Paul Carr di ripubblicare il sito per intero senza l'autorizzazione né del provider, né tantomeno della polizia, anzi contravvenendo al patto per cui Host Europe accettava di riattivare il dominio solo se Paul Carr non avesse ripubblicato i medesimi contenuti, cosa che invece è puntualmente avvenuta. Del resto lo stesso Paul chiarisce perfettamente il suo punto di vista quando scrive online sulle sue pagine riportando la lettera da lui indirizzata all'Unità Pubblicazioni Oscene e Internet:
"The fact that a small number of people may be confused by the nature and purpose of thinkofthechildren.co.uk is not sufficient grounds to remove it from the public domain".
Come dire: concedetemi il beneficio del dubbio o costringetemi legalmente a chiudere.
Paul Carr poi calca volutamente i toni parlando di censura e appellandosi all'atto sui diritti umani, quasi il suo caso fosse un'angheria insopportabile e inconcepibile e non un semplice eccesso di prudenza da parte delle forze dell'ordine. Certo è che questo episodio pone in evidenza un problema ben più rilevante: la facilità con cui i provider smobilitano e disattivano siti web non appena si sentono sotto la lente di ingrandimento delle forze dell'ordine. Frutto questo probabilmente di legislazioni che prevedono una responsabilità congiunta del provider per i contenuti pubblicati sui propri server e che forse andrebbero riconsiderate alla luce dell'attuale evoluzione del panorama Web inteso come area di libera espressione, sempre più affollata e sempre più di difficile controllo.
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