In Tailandia, condividere su Facebook una critica al re costa diversi anni di prigione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-11-2011]
In Tailandia vigono leggi molto severe che puniscono chi offenda in qualunque modo un membro della famiglia reale: re, regina, discendenti o, eventualmente, un reggente.
Scrivere per esempio un libro, o un post su un sito, considerato diffamatorio nei confronti della monarchia fa rischiare dai 3 ai 15 anni di carcere per ogni affermazione giudicata denigratoria.
C'è di più: anche soltanto esprimere il proprio apprezzamento per un'opinione contraria ai regnanti è considerato una violazione della legge. Quindi, anche cliccare su Mi piace o Condividi su Facebook rientra in questa casistica, se l'oggetto del Mi piace è "proibito".
«Abbiamo informato Facebook e chiesto la loro assistenza per cancellare alcuni contenuti offensivi per la nostra monarchia» ha spiegato il ministro; pare che si tratti di circa 10.000 pagine.
Che i rischi corsi da chi critica le istituzioni non siano teorici è dimostrato dal caso di Joe Gordon, cittadino statunitense nato in Tailandia, che tempo fa tradusse in inglese un libro critico verso re Bhumibol.
Quando tornò nella terra natia per un soggiorno temporaneo, venne arrestato a causa della sua traduzione, e ora - dichiaratosi colpevole nella speranza di una sentenza mite - è in attesa di giudizio.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Kalandra