Non mancano i dubbi su quello che molto probabilmente è stato solo un malfunzionamento del software.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-04-2013]
La vicenda, a questo punto, dovrebbe ormai essere nota nelle sue linee generali: il Movimento Cinque Stelle ha indetto, per lo scorso giovedì, le cosiddette Quirinarie, ossia votazioni online con le quali gli iscritti al Movimento avrebbero potuto indicare il nome del proprio candidato a Presidente della Repubblica.
Tuttavia a un certo punto durante le operazioni di voto sono sorti dei problemi che Beppe Grillo, con un post sul proprio blog, ha spiegato additando quale loro un attacco di hacker.
Che qualcuno possa avere interesse nel sabotare le Quirinarie non è un'ipotesi del tutto campata per aria, considerato il fatto che esistono vandali informatici che si dilettano nel danneggiare anche attività online molto meno serie, eppure alcuni esperti di sicurezza hanno iniziato a dubitare che si sia davvero trattato di un attacco.
In effetti, il comunicato ufficiale dell'ente di certificazione incaricato di verificare la correttezza delle procedure di votazione (la DNV Business Assurance) non parla affatto di attacchi ma soltanto di «un'anomalia, i cui effetti sono stati verbalizzati», emersa durante un controllo periodico.
«L'anomalia» - continua il comunicato - «ha compromesso in modo significativo la corrispondenza tra i voti registrati e l'espressione di voto del votante».
Il Movimento 5 Stelle pretende la diretta streaming in un momento tradizionalmente privato come le consultazioni con il premier incaricato, ma in altre importanti occasioni la nega e invoca il diritto alla privacy. Secondo te... | |||||||||||
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Ora, tenendo presente che un ente di certificazione non è un'azienda di sicurezza informatica - ossia il suo compito è vigilare sul corretto svolgimento di un'operazione, come queste votazioni, non di assicurare l'impenetrabilità dei server - dal messaggio reso pubblico sembra di capire che in realtà il problema riscontrato risieda nel conteggio dei voti, più che in un'incursione dall'esterno.
I dettagli precisi circa quanto è successo non sono stati resi noti, ma partendo dal comunicato in diversi si sono spinti a dire che ciò che pare più probabile è un difetto nel sistema di voto: forse - ma qui si entra a piè pari nel campo delle ipotesi - i controlli sui voti non erano così ferrei come sarebbe stato lecito augurarsi e alcuni hanno potuto esprimere più volte la propria preferenza, o forse c'è stato qualche problema nel registrare i nomi o gli indirizzi e-mail dei votanti (magari nella gestione dei caratteri).
Le alternative possono essere molte e diverse, poiché la possibilità di errori nel codice del software che gestisce la procedura non è per nulla remota; d'altra parte, trattandosi di codice proprietario, non è possibile analizzarlo.
L'unica cosa che pare emergere con una certa probabilità è che DNV abbia rilevato un numero di voti incongruo rispetto a quello degli utenti, e per questo abbia segnalato l'anomalia; prove di un attacco hacker, invece, al momento non paiono essercene, né alcun gruppo ha rivendicato la supposta incursione.
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