Che cosa sa di noi la Rete

Mentre camminiamo online, ci segue costantemente un'ombra digitale, composta da tutti i dati che condividiamo senza nemmeno saperlo.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-05-2013]

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Si parla spesso di sicurezza e di tutela della privacy nel mondo del web. Certo in questo campo non bisogna essere paranoici né censori, ma piuttosto è utile essere informati.

Tralasciando ciò che volontaria-mente, con una nostra scelta, inseriamo online (la casella email, una foto o un filmato, una data importante, le amicizie) c'è poi una serie di dati - magari più "oscuri" e a prima vista meno direttamente connessi con la nostra persona - che rappresenta una parte importante di ciò che ci lasciamo dietro di noi, come se proiettassimo un'ombra mentre "camminiamo" nel web.

Per conoscere che cosa utilizziamo e come veniamo visti in Rete esiste il servizio Me & My Shadow (cioè Io e la mia ombra): senza bisogno di registrazione, inserendo alcune informazioni - le modalità con cui navighiamo nel web, i servizi social che usiamo, l'hardware (il netbook o il Pc desktop, o ancora il tablet o lo smartphone) e il sistema operativo utilizzato, se facciamo acquisti online o gestiamo account di vario genere - otteniamo informazioni generali su quanto di noi lasciamo e comunichiamo.

E magari scopriamo che condividiamo molto di più di ciò che pensiamo, specialmente poi nello sterminato mondo delle app per smartphone.

A questo proposito il Wall Street Journal ha analizzato nell'ecosistema di iOs e Android 101 apps mostrando quali dati vengono inviati durante il loro utilizzo: si dal numero di telefono ai dati di login alla propria posizione geografica fino anche all'intera rubrica.

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Certo va detto che le app devono sempre chiaramente mostrare nelle condizioni d'uso i permessi che avranno dopo la loro installazione e dunque i dati che verranno inviati.

In realtà quindi la colpa di una condivisione eccessiva dei dati è, troppo spesso, dell'utente che legge solo distrattamente le condizioni senza chiedersi non solo se voglia condividere un certo dato ma se sia logico che quel dato risulti necessario all'app in questione.

In Rete, insomma, occorre essere vigili come lo saremmo in una strada che non conosciamo, prestando attenzione alla nostra ombra - anche quella digitale - che ci segue.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 29)

:lol: :lol: tu sì, scherzavi. ma sai quanti invece no? e ancora nel secolo scorso si facevano un punto d'onore nell'essere presenti identici qui, qua, là, lì, su e giù? oppure, in un ambiente di nick, si registravano con la propria identità, tanto perché "non hanno niente da nascondere"? (ora sono felicemente la... Leggi tutto
22-5-2013 08:06

dai scherzavo! :lol: :lol: :lol: è un nickname, serve per mantenere la propria privacy. nella rete. che si segue, ci ascolta, ci registra.
21-5-2013 22:00

già, conosco tanti che han fatto lo stesso, come a voler manifestare una sorta di inutile "copyright di se stessi". il fatto è che a nulla serve perché le parole scritte nei vari luoghi continuano a essere senza padroni. meglio, il più delle volte divengono proprietà dell'effettivo proprietario del loco virtuale. (di solito... Leggi tutto
21-5-2013 13:08

Non mi pare che i nikname siano brevettabili. :lol:
21-5-2013 00:10

beh sì è vero, non è che si possa avere la certezza che qualcuno non scelga lo stesso nick. hai ragione zievatron. (se vedete in giro una madvero che non sono io, ditemelo che le brucio il profilo. devo brevettarmi il nickname, prima o poi...) :lol: :lol: :lol:
21-5-2013 00:02

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