Il CEO uscente spiega perché ha deciso di lasciare la guida dell'azienda.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-11-2013]
Ora che la sua era si avvia alla conclusione, Steve Ballmer, CEO uscente di Microsoft, si permette di fare un po' di autocritica.
In un'intervista al Wall Street Journal, Ballmer ha riconosciuto di essere uno dei problemi che hanno portato Microsoft a essere in diversi campi un'azienda "inseguitrice" anziché colei che dà il passo.
Non che l'azienda di Redmond sia in crisi profonda, o che i suoi conti destino preoccupazione. Però nel settore degli smartphone, dei tablet e dei dispositivi indossabili si nota palesemente come Microsoft non faccia altro che adeguarsi al mercato, invece di guidarlo.
Sotto la guida di Steve Ballmer Microsft ha rafforzato ancora il proprio core business (Office e Windows in particolare) ma ha dimostrato di non avere l'agilità sufficiente per reinventarsi.
Secondo Ballmer, il problema è il suo stesso stile di comando.
Come Google a suo tempo acquisì Motorola, nel settembre 2013 Microsoft ha acquisito Nokia, entrando di fatto nel mercato dei telefonini in competizione con i giganti del settore. Come vedi queste due mosse? | |||||||||||||
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«Non importa quanto velocemente volessi cambiare, c'era sempre qualche esitazione in qualche componente - dipendenti, direttori, investitori, parntern, venditori, clienti e via di seguito - nel credere che facessi sul serio, forse non lo credevo nemmeno io» ha spiegato all Wall Street Journal.
«In fin dei conti, c'è bisogno di rompere gli schemi. Diciamo la verità: io sono uno schema» ha continuato.
Così Steve Ballmer si farà da parte, e la ricerca del suo successore è in corso. Ciò non vuol dire che la sua partecipazione in Microsoft si riduca a zero: Ballmer possiede un'importante quota dell'azienda, e sta valutando la possibilità di entrare nel Consiglio di Amministrazione dopo aver lasciato la carica di CEO.
Ha affermato di non voler guidare un'altra grande aziende, e sta valutando che cosa fare nella sua prossima vita "da pensionato".
Non passerà il tempo ai giardini pubblici, questo è certo. «Sono grosso, sono calvo, sono rumoroso» ha dichiarato nell'intervista, spiegando che queso suo stile di gestione ha contagiato gli altri manager e che è ora di cambiarlo, ma anche che non se ne starà tranquillo in un angolino.
Intanto valuta le offerte, tra cui c'è anche quella di fare da allenatore alla squadra scolastica di basket in cui gioca il figlio.
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