Sotto accusa i dispositivi per rippare i CD, installati di serie nelle automobili.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-07-2014]
L'americana AARC - Allenza degli Artisti e delle Società di Registrazione - ha dichiarato guerra alle case automobilistiche.
Per la precisione, la società ha preso di mira Ford e General Motors, accusate con i loro prodotti di favorire la pirateria.
L'intera vicenda affonda le radici in una legge del 1992, l'Audio Home Recording Act (AHRA), in base al quale i produttori devono pagare royalty sui dispositivi di registrazione audio.
L'AHRA era stato approvato quando apparvero i primi registratori a nastro digitali, considerati pericolosissimi per la sopravvivenza dell'industria musicale in quanto in grado di creare una copia «praticamente perfetta» di qualsiasi opera.
Ora l'AARC ritiene che la medesima legge si possa applicare ai sistemi di infotainment installati da diversi anni su alcuni modelli di auto prodotti da Ford e GM (General Motors).
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In particolare sotto accusa vi sono quei dispositivi in grado di estrarre le tracce dai CD per conservarle sui drive interni.
Così l'AARC, forte di 300.000 iscritti, ha dato il via a una class action e chiede milioni di dollari di danni non solo a Ford e GM, ma anche ai loro partner Clarion e Denso.
Il direttore esecutivo della società, Linda Bocchi, spiega in maniera altisonante: «Ventidue anni fa, la cooperazione tra i creatori della musica e i produttori di dispositivi ha dato vita lla legislazione che ha portato alla rivoluzione elettronica digitale. Dopo aver raccolto i benefici di questo accordo, Ford, GM, Denso e Clarion hanno ora deciso di ignorare i loro obblighi nei confronti dei creatori della musica e si sono dichiarati al di sopra della legge».
L'obiettivo della causa, oltre ai danni, è impedire la produzione dei dispositivi tanto odiati.
La situazione è tuttavia più complicata di come la dipinge la AARC: la stessa legge citata dalla società, per esempio, comprende diverse eccezioni per l'uso personale e per i dispositivi di registrazione inseriti in apparecchi più grandi, come i masterizzatori dei computer.
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