Si va verso un inasprimento dei rapporti tra l'Authority per le Comunicazioni e Telecom Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-06-2003]
Il prossimo anno scade il mandato dell'attuale Presidente dell'Autorità di Garanzia per le Comunicazioni che è l'ex Presidente della Corte Costituzionale Enzo Cheli: è stato nominato dai Presidenti delle Camere della scorsa legislatura, Luciano Violante e Nicola Mancino, che sono espressione della maggioranza parlamentare di allora, eletti dal CentroSinistra. Il prossimo Presidente lo dovranno nominare gli attuali vertici del Parlamento, Carlo Casini e Marcello Pera, espressione dell'attuale maggioranza di CentroDestra.
Sarà una scelta particolarmente delicata perché sotto la nuova Presidenza dell'organismo di garanzia si terranno le elezioni Europee del 2004, quelle Regionali ed Amministrative del 2005, quelle Politiche del 2006, importanti scadenze politiche in cui l'Authority dovrà garantire l'accesso alla pari ai mass-media e il pluralismo dell'informazione; inoltre, sarà probabilmente già legge il decreto Gasparri che riforma il sistema della comunicazione radiotelevisiva e non.
Uno dei candidati in pole position è l'attuale commissario dell'Authority Vincenzo Monaci, che non è molto conosciuto dagli italiani se non per la "Guida Monaci", elenco categorico delle imprese e Vip italiani che fino a pochi anni fa era di proprietà dello stesso Monaci. Egli è stato anche uno dei primi imprenditori italiani a portare la propria banca dati sul Web e che in seguito ha ceduto il controllo di questo gruppo editoriale multimediale.
In un'intervista al quotidiano torinese "La Stampa", Monaci lancia un duro atto di accusa che potrebbe diventare un vero e proprio programma d'azione contro Telecom Italia, se lo stesso Monaci venisse eletto Presidente dell'Authority.
Monaci afferma, senza mezzi termini, che in Italia non c'è, di fatto, una reale concorrenza nel settore della telefonia fissa: 250 mila abbonati che hanno approfittato della liberalizzazione dell'ultimo miglio per lasciare Telecom Italia e non pagare più il canone sono un'inezia, e la colpa è delle tariffe di interconnessione con la rete Telecom Italia riservate dalla stessa ai suoi concorrenti che sono troppe alte.
A fine luglio l'Authority dovrebbe presentare un nuovo listino riducendo queste tariffe per accrescere i margini di ricavo dei concorrenti di Telecom Italia in modo che possano abbassare i prezzi e fare investimenti, e questo potrebbe essere un terreno di scontro con il colosso che, probabilmente, ricorrerà al Tar. Nel garantire un accesso conveniente alla rete Telecom Italia per tutti risiede, secondo Monaci, la stessa ragione costitutiva dell'Authority.
Sempre secondo Monaci anche la cosiddetta "PCS" (la modalità per cui un cliente, automaticamente e senza fare il prefisso, rimanendo abbonato a Telecom Italia, utilizza un gestore diverso da quest'ultima per il proprio traffico telefonico. La PCS è stata adottata da circa tre milioni di clienti) incontra delle difficoltà a causa di ostacoli frapposti da Telecom Italia e su cui l'Authority ha aperto una pre-istruttoria.
Il grosso limite dell'azione dell'Authority rimane per Monaci però quello delle sanzioni (a carico di Telecom Italia o di altri gestori): le multe che può infliggere vanno dai 10.000 ai 250.000 euro; ben ooca cosa rispetto a migliaia di miliardi di fatturato e di utili del colosso Telecom Italia.
Emerge, per la prima volta, un conflitto tra due anime del CentroDestra: quella rappresentata dal Ministro Gasparri - indulgente nei confronti di Telecom Italia e che vuole restringere i poteri dell'Authority - e quella di Monaci - che vuole andare fino in fondo nel tentare di arginare il vecchio monopolio Telecom Italia (che si consolida anche nei nuovi servizi come l'Adsl Alice).
I meccanismi sono troppo lenti e farraginosi: solo dopo ben due anni di continue lamentazioni da parte del Presidente della Federazioni degli Editori di Giornali (Fieg) Luca Di Montezemolo sul fatto che Rai e Mediaset stiano mangiando sempre di più della torta degli investimenti pubblicitari (che invece si è ridotta a causa della crisi) a scapito degli altri mass media, l'Authority apre un'istruttoria sulla posizione dominante, e sui suoi effetti distortivi, sul mercato pubblicitario dei due network televisivi.
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