Gli hacker hanno sottratto le informazioni personali, ignorando il denaro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-10-2014]
Lo scorso luglio, la banca statunitenste JP Morgan aveva scoperto di essere stata presa di mira da alcuni hacker sconosciuti, i quali erano riusciti a violare diversi server.
All'epoca, i dirigenti avevano affermato che l'attacco aveva compromesso circa un milione di account: la situazione apparve grave, ma sarebbe potuta essere peggiore.
Oggi veniamo a sapere che era davvero peggiore: gli account attaccati non erano un milione ma ben 83 milioni, divisi tra 7 milioni di conti intestati ad aziende e 76 milioni di conti intestati a famiglie.
Gli hacker sono riusciti a sottrarre informazioni quali nomi, indirizzi email, indirizzi fisici e numeri di telefono dei clienti ma secondo la banca non sarebbero stati in grado di ottenere dati ancora più preziosi, come i numeri di previdenza sociale o le credenziali di accesso ai singoli conti.
Le indagini, secondo quanto riporta il New York Times, hanno portato a scoprire una strategia d'attacco piuttosto raffinata: i criminali sarebbero riusciti a violare oltre 90 server senza farsi scoprire fino a circa un mese dopo l'inizio dell'attacco (che infatti era iniziato a giugno): entro luglio, sarebbero riusciti a ottenere l'accesso di amministratore su più di una dozzina di server.
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Eppure, durante tutto questo tempo e nonostante l'alto livello di accesso raggiunto non c'è stato un solo tentativo di sottrarre denaro ai clienti della banca: sono state prese di mira soltanto le informazioni personali.
Secondo gli investigatori dell'FBI, interpellati da JP Morgan, dietro l'attacco potrebbero esserci hacker provenienti dal sud dell'Europa (forse anche dall'Italia) oppure elementi legati al governo russo.
Ora che i buoi sono scappati, JP Morgan ha annunciato che chiuderà la stalla investendo 250 milioni di dollari ogni anno per migliorare la sicurezza digitale.
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