Pretende un risarcimento per l'utilizzo della sua immagine nel videogioco Call of Duty: Black Ops II.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-10-2014]
Dalla prigione, Manuel Noriega, ex dittatore di Panama, lancia i suoi strali contro Activision per averlo inserito in un videogioco senza aver chiesto prima il permesso.
La vicenda, che a prima vista pare quasi assurda, è iniziata lo scorso luglio con la denuncia da parte dell'ex dittatore e ora sta per approdare in tribunale, dove Activision sarà rappresentata da Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York.
L'ultimo atto, per ora, è costituito dalla risposta degli avvocati di Noriega ai tentativi di Activision di far cadere le accuse prima ancora di arrivare a un processo, alla quale è allegata una dichiarazione firmata da Noriega stesso.
Il videogioco sotto accusa è Call of Duty: Black Ops II e la questione non riguarda un personaggio che può avere una vaga somiglianza con Noriega, ma un personaggio che è Noriega, esplicitamente.
Questi pretende i danni e una parte dei profitti perché dipinto come «un rapitore, un assassino, e un nemico dello Stato», oltre che per il fatto che la sua immagine è stata adoperata senza autorizzazione, cosa di cui si è accorto quando i nipoti gli hanno chiesto perché il loro obiettivo, nel gioco, fosse catturare il nonno.
Gli avvocati di Noriega citano a proprio sostegno il caso della cantante Gwen Stefani, la cui immagine è stata usata nel videogioco Band Hero in maniera a lei non gradita; in quel caso, i giudici diedero ragione alla cantante.
Giuliani invece, sostiene che «se i diritti dei creatori dell'opera devono essere sacrificati, non lo si dovrebbe fare per qualcuno come Noriega, né si dovrebbero inviare milioni di dollari a una prigione panamense perché questo pazzo fa affermazioni assurde»: insomma, pare di capire che se fosse stato qualcun altro ad avanzare la richiesta forse l'avvocato avrebbe anche potuto essere d'accordo ma, considerati i crimini commessi, non è possibile dar credito all'ex dittatore.
Dato che una difesa del genere però sembra un po' debole, Giuliani precisa: «Noriega è diventato per sua stessa volontà una parte della nostra storia e non ha alcun diritto da reclamare».
Poiché Noriega è, nel bene e nel male, un personaggio storico, non si può considerare il suo caso alla pari di quello che potrebbe intentare una qualunque altra anonima persona. Altrimenti, ogni opera di taglio storico (videogiochi, film, libri...) potrebbe essere messa in pericolo dalle persone ritratte in essa, o dai suoi discendenti.
Per esempio - argomenta l'ex sindaco di New York - gli eredi di Osama bin Laden si sarebbero potuti opporre alla realizzazione del film Zero Dark Thirty, che tratta proprio dell'operazione che portò all'uccisione di Bin Laden.
«Questo caso è oltraggioso e dovrebbe essere respinto. Non siamo stati noi a renderlo un personaggio storico. È stato lui» ha commentato Giuliani.
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