Le tesi non documentate e non verificate, dalle cure anticancro dei ciarlatani ai dubbi sul riscaldamento globale della Terra.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-12-2014]
Oggi tutto quello che facciamo dipende in un modo o nell'altro dalla scienza: dalla salute alle comunicazioni, dall'alimentazione alla socialità, tutto è mediato da processi e dispositivi che funzionano in base a princìpi scientifici (anche se a volte certi dispositivi "smart" sembrano posseduti da un folletto dispettoso).
Le decisioni che prendiamo individualmente e collettivamente, dalla scelta delle fonti d'energia a quella delle terapie, si basano su fenomeni scientifici. Non conoscere la scienza, almeno nelle sue regole di base, è quindi pericoloso, per noi stessi e per gli altri, tanto quanto guidare un'auto senza avere la patente e senza conoscere le regole del traffico.
Togliere di mezzo le bufale che riguardano la scienza è un passo necessario per tutti. Spesso è anche un passo divertente e illuminante, che non solo ci informa meglio sul mondo, ma diventa un'esplorazione interiore.
Le bufale, infatti, non sono semplicemente degli errori comuni: sono uno specchio sincero delle nostre paure, dei nostri pregiudizi e delle nostre speranze. Una diceria ha successo e si diffonde non perché è più verosimile di altre, ma perché agisce su una leva emotiva potente.
Le cure anticancro propagandate dai ciarlatani fanno presa (e fanno soldi) perché si approfittano della disperazione dei malati e delle loro famiglie, che si attaccano a qualunque appiglio: è umano e normale.
I dubbi sul riscaldamento globale della Terra esistono soltanto nella cocciutaggine di chi non vuole accettare di dover cambiare il proprio stile di vita e di dover smettere di lucrare sull'avvelenamento altrui: dal punto di vista scientifico non c'è alcuna controversia.
La scienza serve proprio per proteggerci sia dall'emotività, sia dagli imbroglioni e dalle lobby, che spesso alimentano intenzionalmente confusione e paralisi.
Sia ben chiaro: la scienza non è perfetta. Commette errori: anzi, l'errore è lo strumento fondamentale che le consente di progredire imparando dai fallimenti. È fatta da esseri umani, che sono fallibili e influenzabili dai pregiudizi, dalla sete di potere e dal denaro.
Ma è anche il metodo meno peggiore che abbiamo. Ci insegna a mettere in dubbio ogni autorità, a controllare ogni dato, a pretendere documentazioni e dimostrazioni rigorose, per correggere eventuali errori.
Non per nulla il motto della Royal Society, una delle più antiche istituzioni scientifiche del mondo (fondata alla fine del Seicento), è "nullius in verba": sulla parola non si crede a nessuno. Né al premio Nobel, né all'inventore solitario e sconosciuto.
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Non esiste, quindi, una "scienza ufficiale", per citare un'espressione preferita di tanti ciarlatani e creduloni: non c'è un sapere granitico calato dall'alto, da accettare dogmaticamente, ma esiste un insieme di fatti osservati, dimostrati, discussi, validati e verificati inesorabilmente e senza sconti. Se un fenomeno è osservato, misurato e confermato, diventa scienza e basta; non importa quanto sia bizzarro.
È per questo che il mondo scientifico è così critico nei confronti del metodo Stamina, della terapia Di Bella, della "cura" Simoncini, dell'energia pulita e facile di E-Cat, dell'omeopatia, dell'auto ad aria compressa, della parapsicologia, dell'ufologia e delle mille altre mirabolanti scoperte della "scienza alternativa": sono tutte tesi non documentate e non verificate.
Anzi, spesso i loro sostenitori rifiutano di divulgarne i dettagli con la scusa del diritto al segreto. Ma la scienza onesta non tollera i segreti e non accetta nulla sulla fiducia. Vuole conferme oggettive: nullius in verba, appunto.
Più è sensazionale l'affermazione, più devono essere robuste le sue conferme. È una cautela cinica ma necessaria, perché è già successo troppe volte di aver concesso fiducia a chi si è poi rivelato un imbroglione e di aver pagato a caro prezzo quella concessione.
Per esempio...
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