La Cgil mette i redditi subito online, la Cisl lo farà in futuro, la Uil non lo farà mai.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-09-2015]
La necessità di dare trasparenza ai redditi attuali e alle future pensioni dei dirigenti sindacali divide e scuote l'intero sindacalismo confederale italiano, soprattutto dopo il caso di Fausto Scandola.
Il sindacalista aveva pubblicato i redditi di alcuni fra i maggiori dirigenti sindacali della Cisl, compresi quelli presunti dell'attuale segretaria Annamaria Furlan, arrivatigli in via anonima e di cui egli ha chiesto conto alla stessa Cisl la quale per tutta risposta lo ha espulso proprio a causa di queste rivelazioni.
A tutto ciò si è aggiunta la decisione del presidente dell'Inps, l'economista Stefano Boeri, di pubblicare i dati delle pensioni erogate ai sindacalisti, sia pure in maniera aggregata e senza scendere nei singoli casi individuali; da queste informazioni risultano pensioni medie decisamente più alte per i dirigenti sindacali a tempo pieno rispetto agli altri lavoratori italiani.
Intanto la Cgil, nella conferenza organizzativa appena svoltasi, ha deciso di dare la massima trasparenza ai redditi dei propri dirigenti: sono infatti ora accessibili a tutti i Cud dei dirigenti del vertice Cgil dal 2008 ad oggi.
La Cisl ha invece deciso di rimandare la questione all'assemblea promossa per il prossimo novembre, nella quale si dovrebbe approvare un nuovo regolamento che obblighi a mettere on line i redditi dei sindacalisti a partire dal Cud del 2015; nessun obbligo ci sarebbe invece per i redditi contestati della Furlan e del suo predecessore Raffaele Bonanni per gli anni precedenti.
All'interno della Cisl la categoria dei metalmeccanici ha però preferito partire subito con la pubblicazione online dei redditi dei propri capi, anche perché Maurizio Landini della Fiom-Cigil lo fa già di propria iniziativa da un anno.
La Uil, il terzo sindacato, si dice indisponibile a seguire su questa strada Cgil e Cisl: il suo segretario generale Barbagallo rifiuta di far conoscere agli iscritti della Uil e alla stampa il Cud dei propri redditi sindacali.
Su tutto aleggia la minaccia, mai dichiarata pubblicamente, in base alla quale il presidente del Consiglio Matteo Renzi, se volesse dare vita a un braccio di ferro con i sindacati, potrebbe istituire una commissione di inchiesta sui bilanci, possibilità che preoccupa non poco una parte dei vertici confederali.
È dunque grande la confusione sindacale sul tema in uno scenario in cui il quarto sindacato, quella Ugl vicina al centrodestra di Forza Italia e di Giorgia Meloni, è già profondamente diviso a causa delle indagini condotte dalla magistratura penale, la quale sta valutando l'accusa di appropriazione indebita rivolta ai vertici Ugl di un anno fa.
Oggi chi acquisisce illegalmente, cioè senza il consenso degli interessati, i dati dei redditi di chiunque, sindacalisti compresi, può essere condannato per violazione della privacy e accesso abusivo ai sistemi informatici, reato aggravato se a commetterlo è un addetto a un servizio pubblico come può essere un Caf o un Patronato.
Ciò rende oggettivamente più difficile e rischioso voler fare chiarezza, operazione affidata innanzitutto alla coscienza e a senso di responsabilità dei singoli.
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