Il rapporto ''Ghiaccio Bollente'' non lascia scampo: entro il 2100 il livello dei mari potrebbe crescere di quasi un metro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-09-2015]
Si chiama Ghiaccio bollente l'ultimo rapporto del WWF in cui l'associazione lancia l'allarme sulla riduzione dei ghiacci del pianeta, in particolare nelle zone polari.
Basandosi sui dati dell'IPCC, il rapporto sostiene che i ghiacciai dell'Artide nel 2012 «ha raggiunto una posizione minima, quasi il 50%» con un tasso di decrescita tra il 3,5% e il 4,1% l'anno.
Ciò significa - spiega il WWF - che entro la metà del secolo il mare Artico sarà praticamente privo di ghiaccio nei mesi estivi.
Pe quanto riguarda la situazione in Antartide, l'associazione rileva un riscaldamento pari a 3 gradi centigradi negli ultimi 50 anni, arco di tempo in cui l'87% dei ghiacciai di questa regione del mondo s'è ritirato.
Infine, il rapporto analizza la situazione dei ghiacciai alpini, definiti «il terzo polo freddo della Terra»: si tratta delle coltri di ghiaccio che coprono le Alpi, l'Himalaya, le montagne della Patagonia, l'Alaska, il Caucaso, gli Urali, il Kilimangiaro a via di seguito. Stando ai dati dell'IPCC c'è stata una riduzione sino al 75%, soprattutto a quote inferiori ai 3.000 metri.
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La situazione delle Alpi contempla una forte riduzione dei ghiacciai, passati da un'estensione pari a 519 chilometri quadrati nel 1962 a quella odierna di 368 chilometri quadrati, ossia circa il 40% in meno.
Tutto ciò per il WWF costituisce il segnale di pericolo di un problema molto serio: i ghiacciai del mondo fungono infatti da riserve idriche e svolgono funzioni di mitigazione del clima. Per esempio «i ghiacciai alpini, ad esempio, sono il serbatoio di acqua dolce durante le stagioni estive e secche, dunque fondamentali per agricoltura e industri» e 7 grandi fiumi, tra cui il Gange, l'Indo e il Mekong sono alimentati dai ghiacciai himalayani.
L'IPCC ha fatto anche delle previsioni sull'evoluzione di questo scenario, prevedendo varie possibilità a seconda della velocità con cui si verificherà lo scioglimento nei prossimi anni: secondo la peggiore, entro il 2100 il livello dei mari si alzerà di almeno 52 centimetri, fino a un massimo di 98 centimetri; se si pensa che il 60% della popolazione mondiale si trova in zone entro i 100 km dalla costa si capisce quanto possano essere gravi le conseguenze di questo fenomeno.
«Lo scioglimento dei ghiacci della Terra riguarda animali cui siamo molto affezionati, ma riguarda molto vicino anche gli esseri umani» afferma il WWF. «Uscire dai combustibili fossili, a partire dal carbone, deve essere l'obiettivo ineludibile dell'intera umanità, è la condizione per cercare di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e scongiurare gli scenari più catastrofici».
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