Social network usati per tracciare e arrestare manifestanti

Succede anche nei paesi democratici.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-10-2016]

manifestazione

"Ma io non ho niente da nascondere, che mi traccino pure": quante volte avete sentito questa frase? I social network contano proprio su quest'indifferenza per fare soldi vendendo le informazioni degli utenti. In realtà non bisognerebbe parlare di nascondere, ma di proteggere. Perché i dati non vengono venduti solo agli inserzionisti pubblicitari.

A volte si tratta di proteggere dati che potrebbero facilitare un abuso o una molestia, come l'indirizzo di casa o del posto di lavoro o della scuola dove mandiamo i nostri figli. A volte, invece, si tratta di proteggere i diritti civili, persino in paesi che normalmente consideriamo democratici.

È emerso pochi giorni fa che i dati di Twitter, Facebook e Instagram sono stati usati per monitorare attivisti e manifestanti, identificarli e arrestarli: non in qualche regime dittatoriale, ma negli Stati Uniti. Questi social network, infatti, inviavano dati a una società esterna, Geofeedia, che a sua volta passava i dati alla polizia per creare mappe in tempo reale delle attività sui social media delle zone in cui si svolgevano proteste, allo scopo di identificare i manifestanti man mano che pubblicavano i propri post.

Quando Facebook, Instagram e Twitter sono stati allertati della situazione da una segnalazione della American Civil Liberties Union (ACLU), hanno interrotto la cessione di dati a Geofeedia, che si vantava del fatto che il suo prodotto veniva usato "con grande successo" per sorvegliare proteste razziali come quelle seguite all'uccisione del diciottenne di colore Michael Brown da parte della polizia a Ferguson, in Missouri.

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In occasione di un'altra uccisione, quella di Freddie Gray, sempre ad opera delle forze dell'ordine a Baltimora, i social network sono stati usati per tracciare i manifestanti di una scuola che avevano deciso di unirsi alla protesta prendendo i mezzi pubblici. Va detto che la polizia ha trovato che nei loro zaini c'erano "sassi, bottiglie e paletti", ma il potere di sorveglianza capillare dimostrato è davvero impressionante e fa riflettere.

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 16)

Illudiamoci di poter contare qualcosa quando scegliamo, anche senza grande consapevolezza, chi dovrà decidere per noi. Non abbiamo alternative e questi sono i limiti della democrazia reale. Non fosse altro per mantenere il diritto di lasciare a casa chi dimostra palesemente di agire in modo contrario ai nostri ideali e sottrargli la... Leggi tutto
2-11-2016 12:50

@gakis Credo di capire il tuo punto, e ti assicuro che in molte occasioni vivo anch'io analoge frustrazioni, purtroppo il "non giocare" non è possibile poiché le scelte di chi "gioca" coinvolgono comunque tutti ed hanno un forte impatto impatto anche su chi vorrebbe "non giocare", l'unica soluzione sarebbe... Leggi tutto
31-10-2016 16:24

{gakis}
@ Gladiator - No, la mia era solo frustrazione di appartenere ad un sistema che riconosco come, paradossalmente, ostile alle persone che lo compongono, e temo che per risolverla non mi basterebbe un qualcosa di limitato come l'attuale voto. @ toto200 - Temo che le motivazioni occuperebbero uno spazio che andrebbe ben oltre... Leggi tutto
29-10-2016 15:15

Sì: la mia proposta è andare a votare e punire con il voto chi promuove scelte sbagliate. Ed è una proposta che ho motivato. Mentre invece, al di là che siamo in una repubblica parlamentare (nota 1), non ho capito la tua proposta =) nota 1: quindi non in un sistema dove per stabilire - è solo un esempio - gli scaglioni dell'IRPEF, ma... Leggi tutto
27-10-2016 14:39

@gakis Quindi tu ritieni che sia meglio non scegliere?
26-10-2016 18:51

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