Una delle domande più frequenti di questi indecisi è se non si possa semplicemente puntare un telescopio sui punti di allunaggio e vedere le tracce lasciate dagli astronauti. Ci sono novità importanti: forse ora si può.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-01-2004]
Come probabilmente già sapete, ci sono molte persone che credono che lo sbarco sulla Luna del 1969 non sia realmente accaduto e sia stata invece una messinscena cinematografica a scopo propagandistico.
Fra loro c'è molta gente che non ci crederebbe neppure se la si portasse sulla Luna a vedere coi propri occhi; evidentemente hanno qualche tara psicologica che li induce a voler sminuire il duro lavoro dei tanti scienziati, ricercatori e ingegneri che hanno lavorato e lavorano nel settore aerospaziale. Chissà se credono che anche le missioni del nostro Umberto Guidoni sullo Shuttle sono false, magari girate negli studi Mediaset a scopo propagandistico dal Presidente del Consiglio?
Uno degli astronauti della storica missione Apollo 11, Buzz Aldrin, ha un approccio perlomeno originale al problema. Ormai ultrasettantenne, è tuttora perseguitato da complottisti di ogni sorta che non credono che lui sia andato sulla Luna insieme a Neil Armstrong (Michael Collins, il terzo astronauta della missione, rimase in orbita lunare).
La cosa ironica è che c'è chi insinua che questo filmato non sia autentico e che Sibrel abbia soltanto simulato di aver ricevuto il pugno: come nota la BBC, Sibrel non ha riportato ferite visibili e non ha richiesto assistenza medica. E se fosse tutta una messinscena? Come fa Sibrel a dimostrare di aver davvero preso un sinistro? Suvvia, che un settantaduenne riesca a stendere un corpulento trentasettenne è molto inverosimile... Insomma, chi la fa, l'aspetti.
Be', a parte questi complottisti duri e puri, che sono comunque fortunatamente un'esigua minoranza, ci sono molte persone semplicemente perplesse. Sentono queste teorie e si chiedono se ci possa essere qualcosa di fondato; si chiedono se non vi sia un modo semplice per smentirle.
Una delle domande più frequenti di questi indecisi è se non si possa semplicemente puntare un telescopio sui punti di allunaggio e vedere le tracce lasciate dagli astronauti. Ci sono novità importanti: forse ora si può.
Fino a poco tempo fa, infatti, nessuno dei telescopi disponibili, compreso il telescopio spaziale Hubble, era sufficientemente potente da poter rilevare gli oggetti lasciati sulla Luna dagli astronauti (apparecchi scientifici, automobili elettriche usate per le esplorazioni a lungo raggio, la sezione inferiore del modulo lunare, eccetera), la cui dimensione massima è dell'ordine di qualche metro.
Il fatto che i telescopi vedano galassie lontanissime, mentre la Luna è praticamente dietro l'angolo, non deve ingannare: senza addentrarmi in calcoli complicatissimi, le dimensioni apparenti degli oggetti lasciati sulla Luna sono minori di quelle dei corpi celesti ripresi così spettacolarmente dai telescopi. Sono sì molto più lontani, ma sono anche molto, molto, molto, molto più grandi.
Un sito Nasa che raccoglie alcune delle più belle foto astronomiche in assoluto contiene una pagina che spiega il problema in questi termini: il telescopio spaziale Hubble ha uno specchio di 2,4 metri di diametro. Con uno specchio di queste dimensioni, l'oggetto più piccolo distinguibile in un'immagine di Hubble, alla distanza della Luna (pari a circa 400.000 chilometri), ha un diametro di circa 80 metri.
Il modulo lunare (l'oggetto più grande lasciato sulla Luna) è circa dieci volte più piccolo, per cui per vederlo ci vorrebbe un telescopio spaziale dieci volte più grande di Hubble. La foto mostrata nella medesima pagina mostra il modulo lunare sulla Luna, ma è stata presa dalla capsula Apollo in orbita intorno alla Luna, a soli cento chilometri di distanza.
Ora, però, ci sono speranze che il più grande telescopio ottico del mondo, il Very Large Telescope (o VLT) situato in Cile, ce la possa fare. Il VLT è progettato per raggiungere una risoluzione angolare di 0,001 secondi d'arco alla lunghezza d'onda di 1 micrometro, pari a un angolo di 0,000000005 radianti. Traduzione: il VLT è in grado di vedere un oggetto grande due metri alla distanza Terra-Luna. Questo dovrebbe consentire di vedere chiaramente le basi dei moduli lunari rimasti sulla superficie del nostro satellite, che misurano circa cinque metri di diametro.
Secondo il Telegraph del 25 novembre 2002, alcuni ricercatori europei avrebbero proprio intenzione di eseguire quest'esperimento.
Non che questo cambierebbe qualcosa per i complottisti, che anzi hanno già messo le mani avanti. Per esempio, lo stesso articolo del Telegraph riferisce che Marcus Allen, editore della rivista britannica Nexus e complottista da tempo immemorabile, afferma che eventuali immagini dei moduli lunari non dimostrerebbero comunque che gli americani misero degli uomini sulla Luna nel 1969. I moduli lunari, pare di capire, secondo lui potrebbero essere stati depositati sulla Luna da sonde automatiche. Certa gente proprio non molla, vero?
Un altro modo per vedere dettagli così minuscoli è avvicinarsi alla Luna: e infatti è in preparazione la prima missione commerciale verso la Luna. Nel 2003 la società privata TransOrbital ha annunciato il lancio di una piccola sonda che, fra le altre attività, avrà anche il compito di fotografare ad altissima risoluzione (un metro per pixel) le zone dove sono atterrati gli astronauti statunitensi e i veicoli teleguidati sovietici.
La missione, prevista inizialmente per il 2003, è ora slittata ai "primi mesi del 2004". Dubito comunque che anche questo metterà finalmente a tacere i superscettici: argomenteranno sicuramente che anche le foto della TransOrbital sono false e create magari con l'aiuto di George Lucas.
Se vi interessa approfondire l'argomento e leggere un po' di documentazione sulle teorie dei complottisti, c'è un ottimo articolo (in inglese) nella Wikipedia e una sintesi in italiano su attivissimo.net.
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