Donald Trump bandito permanentemente da Twitter, Facebook, Twitch e altre piattaforme social. Due parole per chi sta pensando “censura”.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-01-2021]
Gli account social personali di Donald Trump sono stati bloccati in seguito alle sue azioni e parole prima e dopo il saccheggio del Campidoglio che ha istigato.
Ma parlare di censura è fuori luogo. Ricordo che resta comunque uno degli uomini più potenti del mondo e che se vuole comunicare qualcosa le TV di tutto il mondo gliela diffonderanno. Ha tuttora a disposizione un ufficio stampa e un sito Web dal quale può comunicare direttamente.
Non è censura: Trump non è un dissidente che scompare nell'oblio di un gulag. Non è un Julian Assange in carcere al gelo, isolato da tutto e tutti. Semplicemente il social network dice "Hai violato le regole concordate: resti libero di parlare, ma non tramite me". O per dirla con le parole chiare di Xkcd, che avevo già citato qualche tempo fa:
Annuncio di pubblico servizio: il diritto alla libertà di parola significa che il governo non ti può arrestare per quello che dici. Non significa che chiunque altro debba ascoltare le tue stronzate o ospitarti mentre le condividi.Il primo emendamento [della Costituzione USA, che sancisce la libertà di parola] non ti protegge dalle critiche o dalle conseguenze.
Se ti urlano contro, se ti boicottano, se cancellano il tuo programma, o se vieni bandito da una comunità su Internet, i tuoi diritti di libertà di parola non stanno subendo una violazione.
Semplicemente, la gente che ti ascolta pensa che tu sia uno stronzo, e ti sta mettendo alla porta.
Lasciando il cursore sopra la vignetta originale compare un commento dell'autore:
"I can't remember where I heard this, but someone once said that defending a position by citing free speech is sort of the ultimate concession; you're saying that the most compelling thing you can say for your position is that it's not literally illegal to express."
che si può tradurre così:
"Non ricordo dove l'ho sentito, ma qualcuno una volta ha detto che difendere un punto di vista citando la libertà di parola è una sorta di sconfitta finale; stai dicendo che la motivazione più convincente che puoi addurre per il tuo punto di vista è che non è letteralmente illegale esprimerla."
Un lettore, Stefano De Santis, citato con il suo permesso, ne ha gentilmente realizzata una versione in italiano:
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